Patto per l’Università

Inaugurazione dell’anno accademico. Le parole del magnifico rettore Bistoni

Sempre molto partecipata e suggestiva le cerimonia della inaugurazione dell’anno accademico dell’Università. Quest’anno era il 702° anniversario, celebrato il 2 febbraio. Dentro e al di là dello spettacolo di tipo liturgico, con musica di coro e orchestra, toghe e simboli del potere accademico, vi sono state le valutazioni sia di bilancio sia di prospettiva. Il ruolo primario è stato svolto dal rettore magnifico Francesco Bistoni, che è al terzo incarico e ha il vanto di aver celebrato con molte manifestazioni e iniziative culturali il 7° centenario della fondazione dello Studium generale perusinum (1308 – 2008), in stretta collaborazione con il suo vice, prof. Antonio Pieretti. Nell’ampia relazione – di 14 pagine – il rettore ha illustrato l’attività dell’anno scorso e la situazione attuale dell’Università. La sintesi del suo pensiero sta nei numeri che ha fornito, come ad esempio nei 30.949 lavori scientifici prodotti negli ultimi anni, che stanno a dimostrare come la ricerca si sia svolta pur in carenza di mezzi economici, che vanno calando di anno in anno. Anche se il numero degli studenti iscritti è di poco diminuito, si conferma che “il nostro Ateneo è ancora attrattivo ed è in grado di rispondere alle aspettative degli studenti”. Il 40% degli iscritti provengono da fuori regione. Le note dolenti, esposte con determinazione, sono quelle del presente e del prossimo futuro. Bistoni riprende “l’accorato appello” del presidente Napolitano che proprio a Perugia, “in questa aula”, chiedeva che fossero presi provvedimenti capaci di mettere l’università nelle condizioni di svolgere il proprio compito. Quello delle risorse che diminuiscono è il problema numero uno; non bastano i tagli e la razionalizzazione dei programmi e dei servizi. Dai 7.485.098 euro del finanziamento ordinario del 2009 si passerà ai 6.052.260 euro nel 2012. Questa diminuzione di fondi, afferma il Rettore, mette a rischio la sopravvivenza stessa dell’istituzione universitaria. Ha fatto pertanto appello alle istituzioni civili, agli imprenditori, all’intera comunità cittadina e umbra perché si formi “un patto di solidarietà teso alla salvaguardia e allo sviluppo dell’Ateneo”. Ha ringraziato gli imprenditori e in particolare la Fondazione Cassa di risparmio e il suo presidente Colaiacovo per il grande apporto di risorse erogate all’Università. Una nota sofferta e dolorosa è stata quella della dichiarata fine della delocalizzazione di sedi universitarie nel territorio umbro, rimanendo in piedi il Polo ternano, che per la sua logica non può essere mortificato. Con i ringraziamenti estesi tutte le componenti dell’Ateneo docenti, studenti, amministrativi, tecnici e bibliotecari, ha dichiarato aperto l’anno accademico 2009-2010. ErEra la prima volta che l’arcivescovo Gualtiero Bassetti entrava nella chiesa dell’Univesità, accolto dal responsabile diocesano della Pastorale universitaria e cappellano della chiesa (un tempo dei monaci Olivetani), don Elio Bromuri, che gli ha rivolto un affettuoso saluto. Presenti il rettore Francesco Bistoni con sua moglie, il pro rettore Antonio Pieretti, molti presidi di facoltà e professori, funzionari e impiegati tecnico-amministrativi, bibliotecari e studenti, e il coro che ha animato la liturgia. Una grande composta assemblea liturgica alla quale mons. Bassetti ha rivolto un caloroso saluto e un ammirato apprezzamento per la loro presenza e per il prezioso lavoro che svolgono: “Lo studio, la ricerca, la formazione superiore – ha affermato nell’omelia – sono realtà la cui importanza non dovrebbe mai essere sottovalutata, per la comprensione del presente e la determinazione del futuro”. Ha illustrato poi le due figure di “vecchi marginali”, come ha definito Simeone e Anna, nel racconto lucano della presentazione di Gesù al tempio, per esaltare la vera conoscenza che viene dallo Spirito e la dimensione dell’“attesa fiduciosa” necessaria per costruire il futuro secondo il disegno di Dio. “La dinamica dell’attesa è la grande assente all’odierno banchetto dei popoli – ha detto. – E ciò forse dipende dall’aver assolutizzato la legge del profitto, che accetta solo il futuro più prossimo possibile”. Ha concluso: “L’Università è un laboratorio speciale, quasi un tempio, per collaborare al futuro dell’uomo, ed il dialogo aperto e sincero ne è la fondamentale condizione”. I DATI dell’AteneoCorsiRidotti da 119 a 110. IscrittiGli iscritti complessivi sono 32.201, in lieve calo. Stabile la pecentuale (40 per cento) degli studenti provenienti da fuori regione. DocentiAmmontano a 1.272. L’incremento maggiore ha riguardato i ricercatori, che sono passati da 495 a 536.Dottorati di ricerca Li si è riordinati accorpandoli in 7 scuole. Il numero dei corsi di dottorato è restato inalterato rispetto all’anno precedente, mentre è cresciuto quello degli iscritti, che risultano 692. Borse di studioL’Università ha usufruito, per il 23 per cento, di risorse esterne; 287 sono gli assegni di ricerca attivati.

AUTORE: E. B.