Perugia rivaluta Dottori il futurista

Dal 14 dicembre si potrà visitare l'allestimento di otto dipinti del pittore perugino

Perugia si arricchisce di spazi permanenti dedicati all’arte. Saldando definitivamente il debito con Gerardo Dottori, il più grande artista perugino del ‘900, dopo avergli edificato un sepolcro, dedicato una via e organizzato l’antologica nel 1997, con la sistemazione delle opere di sua proprietà che ho avuto l’onore di curare, il Comune di Perugia realizza un ulteriore tassello del Museo della città di Palazzo della Penna, merito dell’Assessore Calabro e del Sindaco Locchi. Dal 14 dicembre si potrà visitare l’allestimento degli otto dipinti del futurista perugino, e fra questi i cinque capolavori che donò alla sua città nel 1957 (Inverno, 1923; Incendio città, 1925; Trittico della velocità, 1925-27, Flora, 1925; Forme ascensionali, 1930). Per due mesi saranno esposti insieme a diciotto tele della Galleria Nazionale dell’Umbria, dell’Accademia di Belle Arti, del Consiglio regionale, della Regione, della Camera di Commercio, della Banca dell’Umbria e della Fondazione Cassa di Risparmio, fra cui Primavera del 1912 e Aurora sul golfo del 1935, che si auspica possano rimanere in deposito così da realizzare un’ampia esposizione permanente, un piccolo ‘Museo Dottori’. Corredano la sistemazione una selezione dell’archivio Dottori, curata da Mara Moriconi; ampi apparati didattico-documentari, curati da Antonella Pesola; installazioni, video e un volume della Effe – Fabrizio Fabbri Editore. Gerardo Dottori è stato un esponente di rilievo del Futurismo e il protagonista della evoluzione aeropittorica. Pur avendo vissuto un’esperienza di respiro internazionale, rimase sempre molto legato alla sua terra e al suo misticismo, tanto che i colleghi lo definirono ‘il futurista mistico’. Nato nel 1884, formatosi all’Accademia di Belle Arti, con un gruppo di amici perugini, accomunati dall’ansia di rinnovamento artistico e culturale, quando nel 1909 uscì il Manifesto del Futurismo di Marinetti, comprese che era quella la strada da seguire. E’ così che nel 1912 aderì al Movimento. Nel 1914 organizzò una memorabile serata futurista al Politeama Turreno con Marinetti. Già in quegli anni tradusse pittoricamente le nuove teorie sul dinamismo, la velocità, la simultaneità e la compenetrazione. Durante la Prima Guerra Mondiale scrisse ‘parole in libertà’. I difficili tempi post bellici lo videro impegnato a riprendere l’attività artistica. Fondò così la rivista ‘Griffa!’ con Presenzini Mattoli e nel 1920 tenne la sua prima mostra a Roma. Conobbe subito il successo e strinse solidi legami con i protagonisti dell’arte d’avanguardia. Dal 1926 visse a Roma lavorando come giornalista e animatore del Movimento. In quel periodo fu protagonista dell’evoluzione del linguaggio futurista in senso aeropittorico, con visioni dall’alto e in movimento del paesaggio, e del rinnovamento dell’Arte Sacra, avendo già dai primi anni Venti dipinto Madonne con scenari aeropittorici. Nel Manifesto dell’Arte Sacra Futurista del 1932 si parla delle ‘meravigliose pitture sacre di Gerardo Dottori, primo futurista che rinnovò con originale intensità l’Arte Sacra’. Uomo di fede, ma con una concezione molto intimista del rapporto col divino, l’artista perugino confidava che il luogo dove si sentiva più vicino a Dio era in cima a una montagna davanti a una tela. Nel 1942 scrisse nel suo manifesto: ‘La mia aeropittura umbra futurista non trascura il volume pure esasperando una spiritualizzazione spontanea e voluta di pittura religiosa futurista degna di entrare in chiesa’. Riscoperto dalla critica alla fine degli anni Cinquanta, dopo il limbo in cui furono gettati i futuristi per le collusioni col Regime, Dottori è oggi considerato uno dei protagonisti della più significativa avanguardia artistica italiana.

AUTORE: Massimo Duranti