Preghiera in forma di brani rock

Pastorale giovanile. Concerto degli One Way e intervento di mons. Sigalini

‘Lodate il Signore nel suo santuario, lodatelo nel firmamento della sua potenza.(…) Lodatelo con squilli di tromba, lodatelo con arpa e cetra; lodatelo con timpani e danze, lodatelo sulle corde e sui flauti. Lodatelo con cembali sonori, lodatelo con cembali squillanti; ogni vivente dia lode al Signore’ (Sal 150, 1-5). È questo lo spirito che ha animato il grande concerto – o meglio, la preghiera in musica – del gruppo e del coro della Pastorale giovanile One Way, tenutosi sabato 11 gennaio presso la discoteca ‘Formula’ di Città di Castello. I ragazzi di One Way, sostenuti con entusiasmo dal vescovo Domenico Cancian, hanno vinto la loro scommessa: organizzare un concerto di musica rock cristiana all’interno di una discoteca. Vale a dire: evangelizzare, parlare ai giovani con il loro stesso linguaggio e nei loro luoghi. La serata ha visto la partecipazione di più di 800 giovani provenienti anche dalle diocesi vicine e da varie parti d’Italia (Cremona, Verona, Montenero di Bisaccia). La straordinaria giornata è cominciata alle 15, sempre presso la discoteca ‘Formula’, con la catechesi di mons. Domenico Sigalini, vescovo di Palestrina, già responsabile della Pastorale giovanile nazionale. Nel suo intervento, molto intenso, mons. Sigalini ha proposto ai circa 300 giovani presenti un ‘decalogo del sognatore’. Il Vescovo ha passato in rassegna, rendendoli attuali, vari sognatori della Bibbia: Giuseppe l’egiziano, Giuseppe sposo di Maria, Giovanni il Battista, contrapponendoli ad altri personaggi che invece hanno smesso di sognare, come Pilato o i discepoli di Emmaus. Il sogno – ha proseguito mons. Sigalini – è sinonimo di libertà, di tenacia contro le avversità, di speranza, di progetto. Occorre difendere i propri sogni contro coloro che ti dicono: ‘Ti passerà’, e ti incoraggiano a pensare solo a te stesso e a ‘tenere i piedi per terra’. E anche dagli adulti senza scrupoli, spiega facendo l’esempio di Erodìade, che convinse la figlia a chiedere a Erode la decapitazione di Giovanni Battista. Spesso i giovani ‘abboccano’ alle trappole di tali adulti perché privi di saldi riferimenti interiori. Riferimenti che possono venire, in ultima analisi, solo dalla Parola di Dio. Il grande sognatore, il sognatore per eccellenza è, infatti, Gesù. Comunicando attraverso parabole e provocazioni, Gesù sogna una vita diversa per noi, all’insegna dell’amore per Dio e per i fratelli e nella consapevolezza dell’infinito amore di Dio verso di noi. Dopo la catechesi, i giovani si sono recati ad invitare i loro coetanei all’insolita serata in discoteca: i luoghi prescelti sono stati le piazze di Città di Castello, di Sansepolcro e di Umbertide e i principali centri commerciali della vallata. Alle ore 19 tutti si sono ritrovati, per un partecipato momento di preghiera, presso la chiesa della Madonna del Latte. A seguire la cena nella vicina sala polivalente. Verso le 22 ha avuto inizio il momento culminante della giornata: il concerto del gruppo One Way: una band di tredici elementi tra cantanti solisti, chitarre, basso, batteria, percussioni, tastiere, più un coro di circa cinquanta elementi. Non si è trattato un semplice concerto rock, ma piuttosto di preghiera in forma di musica. A metà serata l’intervento di mons. Domenico Sigalini, che si è rivolto ai giovani riprendendo i temi forti trattati nel pomeriggio. È importante sottolineare come l’evento, pur straordinario, si inserisca in un più ampio impegno della nostra diocesi verso il mondo giovanile, anche a quella parte più lontana dai tradizionali luoghi di culto. È stata proprio questa la grande scommessa dell’iniziativa: dimostrare che la Chiesa tifernate è capace di aprirsi e di rivolgersi a tutti i giovani, annunciando la Buona Notizia con molteplicità di sensibilità e di linguaggi.

AUTORE: Marco Montedori