L’uomo e la relazione con il creato: presentata la “Laudate Deum” di Papa Francesco

Appendice al “Tempo del Creato 2023” (1° settembre – 4 ottobre), promosso dal “Movimento Laudato Sì. Cattolici per la nostra casa comune” in collaborazione con la diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, il Sacro Convento, la Provincia serafica Ofm e con il patrocinio del Comune di Assisi, è stato l’incontro dal titolo “Laudate Deum di Papa Francesco. Leggiamola insieme”, tenutosi il 9 ottobre nella Sala stampa del Sacro Convento. È stata un’interessante presentazione-riflessione dell’ultima esortazione apostolica del Santo Padre, esortazione con cui lo stesso Papa ha voluto aggiornare l’enciclica “Laudato Sì”, in particolare l’ecologia integrale legata alla crisi climatica in linea con una sana ecologia dell’uomo. È una esortazione non sull’ecologia, ma sul ruolo dell’uomo nel Creato alle prese con l’esercizio del suo potere esposto sempre più all’individualismo, mentre occorre maggiore corresponsabilità nelle scelte da compiere per la salvaguardia e lo sviluppo della casa comune.

All’incontro sono intervenuti, come relatori, mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo di Città di Castello e di Gubbio, e suor Roberta Vinerba, direttore dell’Istituto superiore di Scienze religiose di Assisi, e hanno portato il loro contributo mons. Domenico Sorrentino, vescovo delle Diocesi di Assisi e di Foligno, Stefania Proietti, sindaco della città serafica e presidente della Provincia di Perugia, e fra Marco Moroni, custode del Sacro Convento. A coordinare i lavori è stato Antonio Caschetto, responsabile italiano della formazione degli animatori del “Movimento Laudato Sì”. L’incontro è stato anche un’occasione per tracciare un “bilancio” del “Tempo del Creato 2023”, proiettando un video riepilogativo degli eventi più significativi tenutisi tra settembre e ottobre sul tema “Che la giustizia e la pace scorrano”.

Innescare processi

A sintetizzare quanto è emerso in circa due ore di incontro, che ha visto intervenire anche alcuni dei presenti tra il pubblico, è stato fra Marco Moroni nel dire che «la parte introduttiva e conclusiva della “Laudate Deum” inquadra in maniera molto efficace i temi in essa contenuti perché mostrano la stretta correlazione tra la vita quotidiana dei credenti e quella dei meno». Un aspetto, ha aggiunto, «che non è così scontato, ad iniziare da un Papa che possa parlare di certi temi ed avere competenze sugli stessi. Sono gli orientamenti di un profeta tragico messi in luce già nell’“Evangelii gaudium”, perché, come non hanno ascoltato i profeti della storia, temo che anche questo grido di papa Francesco rimanga inascoltato, ma serve ad innescare nel tempo dei processi come nel piccolo così nel grande».

Un grido drammatico

È un grido che è stato messo in luce dai relatori nel cogliere l’urgenza del Papa a denunciare l’immobilismo di quanti hanno nelle loro mani, in primis l’Onu, le sorti dell’umanità anche dal punto di vista ambientale connesso ai cambiamenti climatici. Ne è convinto mons. Luciano Paolucci Bedini nel dire che «la “Laudate Deum” è tutta indirizzata ad aggiornare l’enciclica “Laudato Sì”, soprattutto con un grido profondo e drammatico il Papa ci riporta tutti alla realtà della crisi climatica». Nel contempo, ha aggiunto il vescovo, «il Papa ci invita a non retrocedere rispetto all’impegno della conversione ecologica, in particolare dove c’è la responsabilità dei governi nazionali e sovranazionali perché occorre prendere quelle scelte che le Cop (le Conferenze delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, ndr) di questi anni hanno provato ad indicare, ma che non si sono tradotte in azioni concrete. Tutto questo lo vediamo che si ripercuote nell’ambiente, nella vita dei popoli, peggiorato da tutte quelle situazioni di tensioni, violenze e guerre che stiamo assistendo anche in questi giorni. L’umanità ha bisogno ancor di più di sentirsi un’unica famiglia in questa casa comune di cui siamo responsabili e che da soli non si può andare da nessuna parte».

Un potere difficile oggi dominare

Suor Roberta Vinerba ha posto l’accento sul “potere” affrontato dalla “Laudate Deum”, parlando di «un documento che ragione in termini estremamente contemporanei sul potere. Un documento che ci esorta a riflettere sull’“uomo nudo”, dice il Papa, di fronte allo stesso potere che lui stesso ha generato e che trova difficile oggi dominare. Si tratta di una esortazione che parla all’uomo contemporaneo che è inebriato di sé stesso, del suo potere, non rendendosi conto che il processo che ha innescato è un processo che potrebbe essere ad un punto di non ritorno contro l’uomo stesso. Ed è bellissimo questo documento in cui papa Francesco nuovamente parla della necessità di riconciliarsi con il Creato, situare l’uomo al centro di una rete di relazioni che possa restituire la grandezza dell’uomo all’interno di una casa comune che è un luogo di relazioni situate». 

La presentazione dell’esortazione apostolica Laudate Deum ad Assisi

Un esempio dal “basso”

Nel ruolo di guida di una istituzione locale, Stefania Proietti ha richiamato l’attenzione di come i cambiamenti climatici incidano sul Pil degli Stati e l’inquinamento dell’ambiente è molto connesso a questi cambiamenti. Anche per questo ha proposto, ad iniziare dalla sua Assisi, di eliminare dal commercio le bottiglie in plastica perché, secondo la prima cittadina, «fanno risparmiare all’ambiente tonnellate di Co2».

Urgenza e concretezza politica

Mons. Domenico Sorrentino, nell’accostare il pensiero di un grande economista e sociologo cattolico, il beato Giuseppe Toniolo, a quanto è contenuto nella “Laudate Deum”, non ha esitato a definire quest’esortazione «una urgenza e concretezza politica». Ha ricordato l’invito accorato di Toniolo a Benedetto XV alla fine della prima guerra mondiale, quello di «prendere in mano le sorti del mondo perché non poteva essere governato da interessi parziali, ma da una grande autorità morale al di sopra delle parti non vincolata al potere politico e ai veti incrociati. Anche oggi come allora c’è bisogno di un’autorità morale o carismatica dell’umanità che si metta accanto all’autorità politica. Papa Francesco lo fa con la sua voce autorevole, gridando ed esortando a un cambiamento di rotta nella cura del Creato prima che sia troppo tardi». Un grido, purtroppo, spesso inascoltato dagli stessi credenti, ad iniziare da non pochi governanti che si dicono cristiani.

LASCIA UN COMMENTO