Quali spazi la città meriterebbe di più

Convegno di 'Democrazia e Costituzione' sul nuovo Piano regolatore

Una sala gremita, al ‘Circolo degli Illuminati’, per il convegno organizzato il 20 febbraio dal circolo culturale ‘Democrazia e Costituzione’. Tema: il nuovo Piano regolatore generale del Comune tifernate. Il consigliere comunale Franco Ciliberti ha introdotto l’argomento comunicando che una società con progettisti vari ha vinto il bando europeo per il quale erano state presentate 10 proposte. I Piani regolatori più trasparenti sono i più partecipati – ha sottolineato – e sta ora ai consiglieri comunali esporre il fine del Piano, destinato a segnare in molti modi il futuro della nostra città. Ha preso poi la parola l’ing. Giovanni Cangi, esperto di recupero e restauro, che con il sussidio di diapositive ha fatto un’analisi storica dei Piani regolatori cittadini partendo dalla prima centuriazione romana di cui si ha notizia, e che lasciò segni profondi su Tifernum Tiberinum. Ha ricordato la successiva collocazione delle porte della città e l’importanza per la sua definizione dei torrenti Cavaglione e Scatorbia. Nel XVI secolo la città aveva assunto già i suoi connotati mantenendo ancora un equilibrio sistematico; è nel 1900 che la città ‘esplode’ e inizia un’espansione verso la zona orientale. Oggi vi sono quartieri che non hanno equilibrio come le Graticole, Latina, San Pio e altri. Il centro storico avrebbe dovuto avere respiro con una cintura verde, ma la parte storica è saldata oggi a quella moderna; e, quanto a spazi verdi, molti di quelli che dovevano avere un’ampiezza cospicua si sono ridotti in pratica a un numero esiguo di piante. Vi sono poi piccoli nuclei, come Cerbara, distrutti per costruirvi sopra, e oggi vi sono lì spazi che si potrebbero recuperare. Il prof. Sartore, docente di Urbanistica all’Università di Perugia, ha ricordato innanzi tutto come l’urbanistica sia un fatto sociale che concerne spazio e ambiente e comporta una definizione collettiva di ciò che si vuole fare. L’urbanistica è una professione da svolgere all’interno della pubblica Amministrazione – ha detto – e questa deve capire le varie aspirazioni e governarle, chiedendo eventualmente una consulenza per la valutazione di una domanda in base urbanistica. Ha ricordato poi come Città di Castello sia il distretto industriale più significativo dell’Umbria, il che comporta nella zona problemi per il percorso dei mezzi pubblici e per le abitazioni. Ha dichiarato auspicabile uno spazio che raccolga attività artigianali e costruzioni abitative. In un breve intervento Franco Ciliberti ha fatto presente come i consiglieri comunali avessero chiesto a suo tempo quali fossero gli obiettivi da raggiungere con il nuovo Piano, ma non sono stati ascoltati. Sono seguiti da parte dei presenti tre interventi che hanno toccato vari problemi. L’ora tarda raggiunta ha fatto stabilire un aggiornamento del dibattito.

AUTORE: Eleonora Rose