Reperti archeologici da ‘Tifernum Tiberinum’

Mostra alla pinacoteca comunale di palazzo Vitelli

La dott.ssa Scarpignato, responsabile per gli scavi archeologici dell’Alta Valle del Tevere, ebbe a dire a suo tempo come tutti i reperti rinvenuti a Città di Castello e nelle zone intorno, portano a determinare la realtà archeologica di Tifernum Tiberinum quale Municipio romano, nonché la sua estensione. La mostra (allestita nel salone e nelle sale attigue della Pinacoteca comunale ed aperta fino al 22 agosto prossimo) illustra esaurientemente, con i reperti esposti e con le tavole esplicative, questa realtà. È da osservare, tra l’altro, che è la prima volta che vi è un’organica raccolta ed esposizione di tutti i reperti, non solo romani, ma anche risalenti all’Età del ferro e al Paleolitico, che riguardano la città e le zone circostanti. Il tutto è il risultato della partecipazione di Città di Castello alla “settimana della cultura”, sotto l’egida del Ministero per i Beni e le attività culturali. All’inaugurazione della mostra, cui ha partecipato anche la soprintendente per i Beni archeologici dell’Umbria Mariarosa Salvatore, il Sindaco ha messo in rilievo l’importanza di restituire compiutamente alla città i suoi beni storici e artistici, elemento identificativo della propria cultura; e a questo proposito ha annunciato il progetto di creare un “Museo della città” destinato a raccogliere i tesori d’arte di epoche diverse riuniti insieme nell’area compresa tra la Pinacoteca, palazzo Petricci e la zona ex Fat. Dall’esposizione della pinacoteca si può intanto vedere come dalle stesse zone cittadine siano emersi reperti archeologici databili dall’VIII al VI secolo a. C.; e nei dintorni, quali Trestina, Lerchi e Fabrecce, altri risalenti al IX, X secolo. Viene tra l’altro rilevata, in base all’esistenza di un tempio che si trovava a Tifernum e dedicato a Venere vincitrice, la possibilità che vi fosse un porto sul Tevere dato che in Umbria era frequente il legame fra divinità femminili guerriere e i porti fluviali. Una struttura di forma ellissoidale, venuta in luce nell’area ex Fat, lascia pensare all’esistenza in epoca romana di un anfiteatro mentre il sistema di canalizzazione, che attraversa tutta la zona e taglia in due casi anche le strutture murarie, fa supporre l’esistenza di terme. Un completamento veramente interessante della mostra è stato quello di poter vedere i mosaici di epoca romana esistenti in città; questi fanno parte oggi di abitazioni private i cui proprietari hanno, con grande disponibilità, consentito la visita per un’intera mattinata.

AUTORE: Eleonora Rose