Restauri, ricerche e scoperte

Il direttore dell'archivio di San Rufino Santucci fa il punto del 'lavoro' in corso

L’archivio capitolare di San Rufino in Assisi è, da oltre un decennio, un autentico ‘cantiere’. Sul piano della salvaguardia e della conservazione dei documenti, procede l’opera di restauro del ricco giacimento membranaceo a cura della ‘Ditta Bartoli Restauro’ di Roma. Delle oltre 700 pergamene dell’intero fondo ne sono state infatti ormai trattate più di 400. Nell’ambito della ricerca e dello studio delle carte dell’archivio va segnalata la tesi di dottorato di Cristina Mantenga (di Roma) presso l’Università di Genova, dedicata allo studio paleografico e alla trascrizione integrale delle pergamene più antiche, che datano dall’anno 963 all’anno 1120. Sono seguite le trascrizioni, sempre integrali, per due tesi di laurea presso la facoltà di Lettere e filosofia dell’Università di Perugia, rispettivamente di Elisa Bovi (di Santa Maria degli Angeli) e di Daniele Sini (di Assisi). Sempre presso l’archivio di San Rufino procede la ricerca, guidata da Attilio Bartoli Langeli e dal sottoscritto per conto del centro di studi sul movimento dei Disciplinati e dell’Accademia properziana del Subasio, mirante all’edizione delle fonti tre-quattrocentesche della fraternita dei Disciplinati di Santo Stefano in Assisi, vale a dire dello Statuto della medesima, dell’Ordo ad faciendam disciplinam, dello Statuto dell’Ospedale del sodalizio, del Laudario in lingua volgare, dei conti in volgare trecentesco, delle matricole, degli inventari, del fondo diplomatico, della documentazione notarile, del teatro e dell’arte. Non sono infrequenti le ‘scoperte’, come l’individuazione di una pergamena in scrittura onciale dei secc. VI -VII, riconosciuta da Nicolangelo D’Acunto dell’Università Cattolica di Milano e presente tra i ‘frammenti’ dell’archivio, dove pure lo stesso studioso ha ritrovato un documento di papa Onorio III, riguardante i rapporti tra il vescovo di Assisi Guido II e i canonici di San Rufino. Anche al sottoscritto sono toccate in sorte piacevolissime sorprese, come quella della decifrazione di una pergamena del 1275, recante un elenco nominativo di Ghibellini cacciati da Firenze dopo la battaglia di Benevento (1266), o come il riconoscimento di un testo cartaceo in siciliano antico non toscanizzato, recante un testo mutilo dei ‘Sette peccati mortali’. Questi ultimi due testi appariranno al più presto in pubblicazioni specializzate a carattere storico e filologico.

AUTORE: Francesco Santucci