Ricordare Facondino

GUALDO TADINO. Alla riscoperta dell'antico patrono della città, vescovo ed eremita

È stato il più grande vescovo dell’antica diocesi di Tadino, la città romana che oggi lentamente riemerge dagli scavi archeologici; è stato l’indiscusso patrono e protettore dei primi due insediamenti di Gualdo; è stato poi il protettore della diocesi di Nocera Umbra, Gualdo Tadino e Sassoferrato; oggi, dopo lo smembramento della sua diocesi, gli resta l’onore di veder intitolato a lui uno dei quattro quartieri di Gualdo Tadino che si affrontano nel palio di San Michele arcangelo. Stiamo parlando di san Facondino, la cui festa, che cade ogni anno il 28 agosto, viene celebrata attualmente l’ultima domenica del mese. Come racconta il Lezionario di san Facondino, il testo due-trecentesco che raccoglie tre antiche narrazioni della vita e delle opere del vescovo-eremita tadinate, la ricorrenza di san Facondino, che era festività in tutto il comune di Gualdo e nella diocesi, perse progressivamente importanza così che la figura del santo fu poi considerata secondaria rispetto a quella dell’altro eremita Angelo, poi patrono della terza Gualdo, e di San Michele arcangelo, l’altro patrono, e se ne perse in parte la memoria. Tant’è vero che, nonostante numerose ricerche storiche e la presenza di alcuni suoi frammenti ossei nell’attuale sepolcro, non si è ancora riusciti a stabilire con esattezza il periodo storico in cui Facondino visse: forse il IV secolo, forse il VII, forse il X. Per questo motivo, prendendo per più probabile la data intermedia, e considerando data della sua morte il 607, l’anno prossimo sono già in preparazione i festeggiamenti per il 1400’anniversario, con la pubblicazione integrale (anche in traduzione) delle antiche agiografie contenute nel Lezionario. Attualmente è, in ogni caso, la festa che segna il termine delle ferie, soprattutto per gli emigranti di ritorno residenti all’estero, che solitamente ascoltano la santa messa con le valigie già caricate in auto. Una festa, dunque, che si vena di malinconia. Ma quest’anno, con la presenza per la prima volta di mons. Domenico Sorrentino, la festività ha assunto un sapore particolare. Dopo il triduo, con i solenni vespri, grande affluenza domenica 27 agosto per la solenne concelebrazione presieduta dal Vescovo ed animata dal coro Cai ‘Raffaele Casimiri’, molto partecipata nonostante il violento temporale che si è scatenato nel frattempo. Poi, grazie agli sprazzi di sereno, grande festa con i giocolieri del Palio e, sul calar della sera, musiche, danze e’ braciolata fraterna.

AUTORE: Pierluigi Gioia