Regione. Una tra le questioni più pesanti è la ricostruzione post-sisma

Sul tavolo della Regione c’è la pesante questione della ricostruzione, che necessita di un’inversione di tendenza, con un impegno nazionale di rilievo. La situazione è nota: la burocrazia blocca tutto o quasi. Si va avanti a piccoli passi, molto lenti. Tra le altre problematiche, ce n’è una non secondaria da affrontare: il mandato dell’attuale commissario straordinario, Pietro Farabollini, è scaduto.

Paola De Micheli, ministro delle Infrastrutture, ma che ha ricoperto, prima di Farabollini, l’incarico di commissario straordinario per la ricostruzione (dopo Vasco Errani), ha detto a proposito del caso Farabollini che “il terremoto deve continuare a essere una priorità del Governo, che nelle prossime settimane, immagino, si farà carico dellagovernance per la ricostruzione”.

A margine di un convegno di Anci Marche ad Ascoli Piceno, De Micheli ha sottolineato, tra l’altro, che “la ricostruzione delle case deve procedere con il lavoro. Per questo è necessario creare le condizioni per far lavorare le imprese sul territorio colpito dal sisma. Nelle prossime settimane saranno finanziate le opere della cosiddetta ‘quarta parte’ su vie di comunicazione minori, anche nella logica di creare lavoro”.

Intanto, in attesa di sapere se Farabollini manterrà o meno l’incarico, il commissario straordinario ha reso noti alcuni dati sulla ricostruzione che non appaiono per nulla confortanti.

Ricostruzione: dati sconfortanti

Sono state presentate il 16,6 per cento delle richieste di contributo di ricostruzione attese all’interno del “cratere”. Ma solo per la metà, o poco più, si sono completate le procedure con l’emissione del relativo decreto. È allarmante anche il dato sulla situazione dei centri terremotati (compresa Norcia) per le opere pubbliche. Di fronte a oltre 150 cantieri finanziati, solo quatto sono in corso.

Per la ricostruzione privata, il quadro è disarmante. In Umbria le richieste di contributo attese negli uffici sono 11.907 per altrettante unità immobiliari danneggiate, di cui 8.055 all’interno del cratere del sisma. Sono state presentate 1.779 richieste di contributo (1.338 dalla Valnerina e da Spoleto).

Nella regione, le pratiche istruite si aggirano intorno al 14,9 per cento, ma i decreti firmati sono 843 (di cui 757 accolte e 86 respinte), appena il 7,1 per cento. Per le opere pubbliche l’unico aspetto positivo è la realizzazione di tre scuole con altrettanti edifici antisismici (a Foligno, Giano dell’Umbria e Perugia), mentre per Spoleto c’è un contenzioso davanti alla giustizia amministrativa. Ma per tante altre scuole – ce ne sono addirittura 19 finanziate con un’ordinanza del 2017 – i cantieri non sono nemmeno all’orizzonte.

Ferme anche le altre opere pubbliche inserite nei piani di ricostruzione del 2017. Risorse assegnate a 39 interventi, ma i cantieri in funzione sono solo quattro. Va molto meglio, invece, il fronte della ricostruzione delle chiese, dove sono in esecuzione 30 dei 32 interventi finanziati nel 2017; anche se per la cattedrale di Foligno ancora pare tutto fermo.

Emilio Querini