Santa Veronica, una “sconosciuta” da scoprire

Cappuccine. Proposte per rilanciare il Centro studi Santa Veronica
Pietro Tedeschi, “Santa Veronica Giuliani”, 1804, olio su tela

Presso il monastero delle Cappuccine si è svolta la riunione del Centro studi “Santa Veronica”. All’incontro hanno partecipato una ventina di soci: studiosi, più o meno qualificati nel settore, e fedeli attratti dalla complessa e affascinante spiritualità della Santa. Tra costoro, padre Costanzo Cargnoni, responsabile della Bibliografia francescana presso l’Archivio storico dei Cappuccini. L’incontro è stato presieduto da don Romano Piccinelli, direttore del Centro. L’obiettivo dell’incontro era quello di ridefinire finalità e obiettivi del Centro e gli impegni dei singoli membri. L’attività del Centro era stata infatti riproposta in occasione dell’Anno veronichiano, partendo dalla consapevolezza che la maggior parte della popolazione tifernate, e in genere della comunità cristiana, conosce Veronica solo di nome, ma ne ignora lo spessore spirituale e umano.

Si tratta di una “perfetta sconosciuta – ha osservato Silvia Reali, studiosa impegnata da anni ad approfondire la spiritualità veronichiana – ma che in realtà una volta conosciuta affascina, anche se al primo impatto sembra lontana dalla nostra sensibilità e fuori dalla nostra portata”.

L’attività del Centro studi dovrebbe essere mirata ad approfondire la spiritualità di Veronica a due livelli: sul piano scientifico, operando un serio e approfondito lavoro critico sui testi; a livello divulgativo, per comunicare tali conoscenze a chi non possiede gli strumenti storici e teologici. Occorrono pertanto collaboratori per la divulgazione e l’animazione spirituale, oltre a un nucleo più ristretto che lavori in campo scientifico. Le due finalità, altrettanto importanti e impegnative, non si escludono, né entrano in conflitto, poiché solo da una conoscenza approfondita e storicamente situata può scaturire una divulgazione autentica ed efficace.

Il Centro studi vuole essere aperto a tutti coloro che intendono collaborare e impegnarsi in qualsiasi forma di approfondimento e sensibilizzazione, a partire da cose piccole e semplici per far conoscere questa Santa sconosciuta e difficile, fuori di ogni schema.

Anche mons. Cancian ha ribadito la necessità di continuare l’approfondimento e lo studio critico affiancando a questi la divulgazione: è importante una mediazione per tradurne il messaggio, dopo averlo compreso correttamente, nelle nostre categorie. L’obiettivo del Centro è dunque quello di realizzare e comunicare “cose belle e comprensibili”.

Un importante elemento da sottolineare, ad avviso del Vescovo, in particolare in questo Anno della fede, è la dimensione ecclesiale: Veronica è figlia della Chiesa, locale e universale, perciò ha qualcosa da dire anche oggi; potrebbe pertanto essere utile, per esempio, raccogliere testi ecclesiologici, come anche approfondire l’esperienza della misericordia di Dio (Veronica cita molto Romani 8: “Chi ci separerà…?”, e si appellava a questa Parola nelle crisi che ha vissuto).

Ci sono pertanto tutte le premesse per avvicinarsi in modo nuovo a questa Santa, spesso considerata troppo lontana, o che addirittura incute timore per alcuni tratti non irrilevanti della sua spiritualità. In realtà, ed è quanto l’attività del Centro dovrebbe evidenziare, Veronica è andata al cuore del messaggio evangelico e dell’esperienza di Dio: ciò che ha mosso ogni sua azione e iniziativa è stato unicamente l’amore di Dio, da lei sperimentato in modo personale, unico ed esclusivo: “Essendo io sommo amore – le disse una volta Gesù – con amore ti ho amata, e con amore ti amo. Ed è così grande l’amore che ti porto, che sempre ti tengo nel mio Cuore” (Diario II, 38).

La figura di santa Veronica vista dal Papa

Anche Benedetto XVI, durante l’udienza generale del 15 dicembre 2010, ha parlato di santa Veronica Giuliani ricordando che la sua è “una spiritualità marcatamente cristologico-sponsale: è l’esperienza di essere amata da Cristo, Sposo fedele e sincero, e di voler corrispondere con un amore sempre più coinvolto e appassionato. In lei tutto è interpretato in chiave d’amore, e questo le infonde una profonda serenità. Ogni cosa è vissuta in unione con Cristo per amore suo, e con la gioia di poter dimostrare a Lui tutto l’amore di cui è capace una creatura”. Tante sono le pagine del Diario in cui Veronica cerca di comunicare, o meglio “balbettare”, la grandezza di questo amore: “Adesso apprendo e conosco che Dio ci creò simili a Lui, perché noi non dovevamo essere di questa terra, ma per il regno del cielo. Noi siamo di Dio, non ci apparteniamo; siamo usciti dalle sue viscere paterne; ci ha dotati di infiniti doni. Costiamo tanto, quanto è lo stesso Dio. Lui ci ha creati. Lui ci ha redenti col suo prezioso sangue”. È l’esperienza di tale amore che faceva vibrare il cuore di Veronica, nei confronti dei peccatori, dello stesso amore di Dio: “Non sentite il suo amore il quale consuma, ma nello stesso tempo dà vita? O peccatori, o peccatori, tornate a Dio, pentitevi, dei vostri errori, cambiate vita, datevi del tutto a Dio. Proverete in voi gli effetti della sua misericordia. Egli, come padre pietoso, vi riceverà fra le braccia della sua pietà” . Un amore che si è tradotto in una vita totalmente abbandonata con fiducia nelle braccia del Signore: “Il Signore mi fece capire che, se io lo voglio amare e servire, il vero amore consiste in un abbandono totale in Dio solo e che non faccia più resistenza a quanto Lui vuole”.

AUTORE: Marcella Serafini

2 COMMENTS

  1. Buon giorno, mi chiamo Elvira. Ieri per puro caso ho digitato Santa sconosciuta, ed in prima lista Santa Veronica. Desidererei avere notizie sulla Santa. Grazie in anticipo. Elvira

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