Sempre più vicino alla gente

50'DE LA VOCE. Il ricordo del passato verso la scommessa per il futuro

Sabato scorso Città di Castello ha celebrato la festa diocesana del settimanale La Voce. Nel suo intervento introduttivo il direttore responsabile, mons. Elio Bromuri, ha avuto sì parole di apprezzamento per il passato, ma ha ricordato che nel presente il giornale deve, sempre più e meglio, recepire tutte le domande che vengono dalla gente, e ad esse saper rispondere. Proprio su questo si gioca la scommessa del rinnovamento del giornale, rinnovamento non tanto nella grafica, quanto nei contenuti. Pierfrancesco Zangarelli ed Andrea Czortek hanno offerto ai presenti una lettura storica degli anni passati. Zangarelli aveva il compito di rileggere la storia del progenitore de La Voce: La Voce Cattolica. “Illuminare, illuminare, illuminare… le menti e le coscienze”. Per questo motivo nacque La Voce Cattolica nel 1946, per la festa di san Giuseppe. Mons. Fiordelli, ideatore ed anima del periodico, indicava il tempo proprio così: con il calendario dei santi più che quello civile. Voleva sottolineare che il tempo era un dono di Dio messo a disposizione degli uomini. Andrea Czortek ha ripercorso i 50 anni de La Voce a Città di Castello. Da un punto di vista storico il settimanale si presenta come l’unico strumento per la conoscenza della vita della Chiesa locale, essendo anche la rivista che gode della maggiore durata. Ha poi ricordato alcuni fatti concreti via via raccontati dal settimanale. Tra i tanti, le “rubriche telefonate”: il titolo già la dice lunga sullo stile popolare del giornale: ogni parroco, ogni laico telefonava alla redazione diocesana e comunicava la notizia di quella determinata parrocchia o frazione. È interessante pure rileggere La Voce che nel corso degli anni ha seguito il rinnovamento della chiesa diocesana nel post-Concilio: il 16 marzo 1968 – ad esempio – viene riportata la cronaca della prima liturgia penitenziale che si svolse in cattedrale. La Voce è stata anche una scuola di giornalismo. Molti giornalisti locali hanno iniziato la loro attività dalle colonne di questo settimanale. Anche per questo i giornalisti di Città di Castello, sabato scorso, hanno celebrato con il Vescovo il loro patrono, san Francesco di Sales. Rivolgendosi a loro mons. Ronchi li ha esortati ad esercitare la loro professione con il compito a volte scomodo, comunque profetico di “annunciare sempre la verità costi quello che costi”. Verità che si coniuga con la giustizia e la libertà. L’augurio che il Vescovo ha fatto è stato quello di “poter svolgere il vostro lavoro con la carità che è sì l’amore verso Dio, ma anche verso gli uomini”.

AUTORE: Francesco Mariucci