Sit-in degli insegnanti contro i tagli alla scuola

La manifestazione si tiene il 6 novembre a Perugia presso la sede della Rai

Anche i precari delle scuole umbre scendono in piazza, venerdì 6 novembre, per protestare contro la legge Gelmini e per sensibilizzare l’opinione pubblica. Davanti alla sede Rai di via Fanti, sopra piazza Partigiani, alle ore 15.30 si terrà il sit-in a favore della scuola e dell’università pubblica. A organizzare l’evento, che si svolgerà su scala nazionale presso le sedi Rai, sono: il coordinamento provinciale “Viva la scuola pubblica”, sorto lo scorso anno in seguito ai tagli alla scuola e all’università, che comprende interi plessi scolastici della Provincia di Perugia, molti singoli insegnanti di ogni ordine e grado e associazioni di genitori democratici; il Coordinamento precari scuola (Cps) della provincia di Perugia, una realtà associativa nata il 15 luglio 2009 a Roma, in seguito ai tagli del Governo, che soltanto quest’anno hanno lasciato senza lavoro circa 25.000 operatori scolastici (insegnanti e personale Ata); il Cps della provincia di Terni. Hanno assicurato la loro partecipazione al sit-in anche altri soggetti colpiti dai provvedimenti economici del Governo, come l’Onda degli studenti universitari e un coordinamento di ricercatori precari dell’Università. Anche Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda, Cobas sono stati invitati ad aderire al sit-in. “A livello nazionale i tagli agli organici programmati dalla finanziaria per il 2009/10/11 prevedono la soppressione di 130.000 posti di lavoro su 750.000 totali – spiega Giovanni Falsetti del Coordinamento precari scuola della provincia di Perugia e del coordinamento Viva la scuola pubblica -. Questi dati, tradotti su scala regionale, in Umbria hanno comportato per il corrente anno scolastico la soppressione di circa 750 posti di lavoro su un totale di circa 13.000 tra insegnanti (quasi 600) e personale Ata (oltre 150 unità). Per i prossimi due anni la finanziaria, che ha valenza triennale, ha programmato altre due ondate di tagli della stessa entità numerica”. I coordinamenti organizzatori del sit-in focalizzeranno la loro attenzione, anche a livello nazionale, su diversi punti, che saranno gli stessi che tratteranno in occasione del grande sciopero unitario di scuola e università che si va preparando per i primi di dicembre. Tra i tanti ne citiamo alcuni: contro i tagli alla scuola e all’università; contro il taglio generalizzato delle materie e del tempo-scuola; contro le aule sovraffollate (classi di 30/35 ragazzi); contro la drastica riduzione dell’uso dei supplenti in occasione delle assenze brevi degli insegnanti, che provoca il “parcheggio” di intere classi in altre classi a danno del normale svolgimento delle lezioni; contro il depauperamento delle risorse di base per la scuola statale, che spesso costringe le famiglie a sopperire privatamente alla mancanza di materiali di cancelleria, fotocopie, gessetti, carta igienica ecc.; contro i tagli all’università e alla ricerca; contro il decreto salva-precari. Elena Pescucci“Nelle auledell’Umbriaregna il caos” I genitori che cosa pensano quando accompagnano i loro figli all’entrata degli istituti scolastici?L’abbiamo chiesto ad Anna Piazza dell’Associazione genitori cattolici, insegnante di Italiano agli stranieri presso il centro per adulti “Educazione permanente” di Ponte San Giovanni, il cui organico non è stato toccato dalla riforma. “Sono stata nelle scuole dei miei figli e in tutte e due le scuole i genitori si stanno mobilitando, perché la situazione non è né a favore nostro né tantomeno dei nostri figli. All’interno degli edifici scolastici regna il caos: a questo punto dell’anno scolastico non sono ancora stati nominati tutti i professori e i ragazzi sono costretti ad uscire prima e perdere così ore di lezione”. Anche in Umbria l’effetto della riforma Gelmini è già pienamente tangibile nella situazione che gli studenti hanno trovato all’inizio dell’anno nella maggior parte degli istituti scolastici: le aule sono spesso sovraffollate, a discapito della sicurezza, delle normative igieniche e della qualità dell’offerta formativa; drastica anche la riduzione delle possibilità di recupero, potenziamento e approfondimento disciplinare; impossibilità di nominare supplenti in occasione delle assenze brevi, inferiori ai 15 giorni, degli insegnanti, che provoca lo smembramento di intere classi e il momentaneo “parcheggio” degli alunni in altre aule, con conseguente interruzione del normale svolgimento delle lezioni. Ma non sono le uniche preoccupazioni che incombono sui pensieri dei genitori: “Se a tutti gli insegnanti è stato affidato un orario completo di 18 ore e non hanno quindi la possibilità di fare una sostituzione, i ragazzi non studiano, il programma si ferma e alla loro istruzione chi ci deve pensare?”. Ci sono dei piccoli accorgimenti per migliorare la situazione? “Tutto si basa sulla buona volontà degli insegnanti. Alcuni hanno dato la loro disponibilità a fare sostituzioni anche se non sanno se verranno retribuiti. Ci sono insegnanti altamente responsabili, disposti a lavorare per tamponare le falle del sistema, e pur di garantire un servizio ai ragazzi sono disposti a fare delle sostituzioni. La scuola pubblica statale è un patrimonio inestimabile di tutta la società e la sua difesa è interesse di tutti, non solo dei precari”.

AUTORE: E. P.