La festa del patrono San Giovenale è per la comunità narnese un forte momento d’incontro, nel rinnovare la tradizione religiosa e culturale nelle sue diverse valenze. La festa liturgica, il 3 maggio, è stata celebrata con il solenne pontificale presieduto dal vescovo di Terni-Narni-Amelia, Francesco Antonio Soddu, e la processione per le vie della città con il busto del Santo. Il tutto accompagnato dallo scenario della città antica e dalla coreografia della sfilata del corteo storico in ricchi abiti medievali.
Una presenza viva quella di San Giovenale, che con la sua predicazione divenne l’anima dell’intera città nei secoli difficili delle persecuzioni contro i cristiani.
Alla celebrazione nella Concattedrale di Narni erano presenti il sindaco Lorenzo Lucarelli, che ha donato l’olio e acceso la lampada davanti al busto di San Giovenale e recitato la preghiera al santo patrono, la presidente della provincia di Terni Laura Pernazza, il prefetto di Terni Giovanni Bruno, il questore di Terni Bruno Failla, la consigliera regionale Eleonora Pace, autorità civili e militari, i rappresentanti delle parrocchie del narnese che hanno offerto i ceri, i rappresentanti dei Terzieri cittadini (Fraporta, Mezule e Santa Maria) e del corteo storico della Corsa all’anello, i cavalieri e dame del Santo Sepolcro di Gerusalemme e tanti fedeli narnesi. Hanno concelebrato assieme al vescovo, il parroco della Concattedrale di Narni don Sergio Rossini, il vicario generale della diocesi monsignor Salvatore Ferdinandi, il vicario foraneo di Narni don Angelo D’Andrea, i canonici del capitolo della Concattedrale di Narni, i sacerdoti della vicaria di Narni.
Ricordando la figura del primo vescovo di Narni, monsignor Soddu ha sottolineato come è per noi oggi, oltre che patrono, protettore, intercessore, modello fulgido che ha saputo incarnare nella propria vita il vangelo del Signore.
“Con la sua esperienza di vita -ha detto- tutta donata al Signore, è per noi espressione viva ed eloquente di quanto in Dio e solo in lui si trovi la realizzazione piena della vita.
Il vescovo Giovenale seppe mettere a frutto i medesimi insegnamenti di Paolo, primo fra tutti quello di vigilare su se stesso e sul gregge che gli era stato affidato – ha proseguito il presule -. Nel saper cogliere ed apprezzare il valore del tesoro e nell’attenzione, nella premura, nella particolare cura da riporre nei confronti del contenitore di questo tesoro, il quale, in forza di questo suo contenuto prezioso, acquista esso stesso valore.
Ma come potremmo mai conservare in questo nostro vaso di creta, ossia nella nostra vita fatta di alti e bassi, di esperienze spesso traumatiche, ferita dal peccato, soggetta alla storia che spesso si avventa contraria a quanto invece vorremmo fosse di buono?
L’attualità dell’esempio di San Giovenale
Ecco ritorna a noi l’esempio della vita di San Giovenale, che ci esorta alla vigilanza. Vigilanza di ciascuno su se stesso e su quanti ci sono stati affidati. Io credo che mai come in questo nostro tempo abbiamo necessità di queste parole di vita che orientano la nostra speranza, ossia ogni nostro desiderio di bene per noi e per coloro che ci stanno accanto; coloro sui quali abbiamo in qualche modo responsabilità, necessità di attenzione e di vigilanza. Ma la Parola di Dio ci illumina ulteriormente e ci indica anche il criterio, la base su cui fondare la condotta verso cui rendere evidente, tangibile e reale ogni nostra azione.
Tale criterio è il Signore, così come abbiamo pregato col salmo: Il Signore è il mio Pastore non manco di nulla. Chiediamo al nostro santo patrono la grazia di perseverare nella gioia di poter respirare i frutti della preghiera sacerdotale del Signore e, con l’esempio e l’intercessione di San Giovenale, poterla trasmettere tramite una condotta di vita santa”.
Al termine della celebrazione il corteo storico, musici, tamburini, bambini e ragazzi del catechismo, i sacerdoti e le autorità sono usciti in processione dalla concattedrale per la processione con il busto di San Giovenale fino a piazza dei Priori, dove il vescovo Soddu ha salutato la cittadinanza e pregato per la città. La cerimonia si è conclusa con il rientro in cattedrale e la benedizione finale del vescovo alla comunità narnese e alla città.