Tre proiettili contro la nostra storia

Terni. La città, le istituzioni, il Vescovo si stringono intorno al Sindaco dopo la lettera minatoria

Una busta contenente tre proiettili calibro 9 indirizzata al sindaco di Terni, Paolo Raffaelli, è stata bloccata negli uffici di smistamento delle Poste centrali di Terni. All’interno, oltre ai proiettili, anche un messaggio intimidatorio riferito a questioni amministrative riguardanti i campi nomadi, le licenze commerciali ai cinesi, le licenze edilizie e relative tangenti. Un gesto minatorio che ha suscitato preoccupazione e ancor di più sdegno. Ad esprimere la solidarietà al sindaco di Terni non sono stati solo i rappresentanti delle istituzioni locali e nazionali, ma l’intera città. Anche il vescovo mons. Paglia, che ha preso parte alla riunione straordinaria del Consiglio comunale aperto, ha espresso la sua personale solidarietà e vicinanza al sindaco di Terni, condannando con sdegno l’incredibile gesto di violenza compiuto nei confronti del primo cittadino. ‘Questo episodio di totale inciviltà – ha detto mons. Paglia – colpisce in verità al cuore la città stessa di Terni, rinnegandone la lunga storia di accoglienza e di dialogo, che l’ha vista crescere da piccolo borgo a città moderna e industriale, mite e pacifica, aperta e accogliente. Auspico – ha proseguito il presule ternano – che dallo sdegno per questo triste gesto sorga un rinnovato impegno e una seria collaborazione fra tutte le forze politiche, tutte le istituzioni, l’intera Chiesa diocesana e ogni uomo e donna di buona volontà perché Terni sia sempre più attenta a valori quali l’integrità morale, l’onestà, l’accoglienza e l’attenzione ai più deboli’. Parole condivise da coloro che da sempre s’impegnano per fare di Terni una città solidale, accogliente e a misura d’uomo, dove il dialogo e il civile confronto hanno sempre prevalso su qualsiasi altra forma di contrapposizione. ‘Il sonno della ragione spesso genera dei mostri – è stato il commento preoccupato del Sindaco. ‘ È questo un gesto estraneo alla cultura civile e tollerante della città. Posizioni esagitate, la perdita di legittimità dell’interlocuzione rischiano di produrre quel brodo di cultura in cui può inserirsi di tutto. Tuttavia deve essere una lezione per recuperare saggezza e equilibrio nel confronto politico e nella civile pratica democratica’. Una città che, nel condannare unanimemente questo atto intimidatorio subito dal primo cittadino, dimostra ancora una volta quali siano i reali valori che l’hanno sempre caratterizzata, valori lontani dalla violenza e dalla contrapposizione esasperata, piuttosto basati sulla dialettica, sulla solidarietà, sull’apertura sociale, sul coraggio positivo che guarda al futuro, sull’integrazione che si lega alla storia centenaria di una città industriale, crocevia tra il Nord e il Sud d’Italia.

AUTORE: Elisabetta Lomoro