Un incontro con giovani di culture diverse

Un giovane racconta la sua esperienza a Parigi al raduno della comunità di Taizé

Eravamo un bel gruppo di ragazzi e ragazze della nostra diocesi a prendere parte al raduno dei giovani di Parigi di fine anno organizzato dalla comunità di Taizè. Come sempre ci siamo mossi assieme a tutta la regione Umbria. Non siamo stati però sistemati tutti nello stesso posto: lo spirito che sta alla base di questo evento è quello di mettere in contatto tra loro culture diverse e di spingere le persone che vi prendono parte a conoscere gente nuova. Io assieme ad altre sette persone ero sistemato a Wissous, un comune a circa mezz’ora di treno e metrò da Parigi. Sono stato accolto in una famiglia di quattro persone, padre, madre e due bambini uno di otto ed uno di dieci anni. Ho avuto così la possibilità di poter apprezzare la cultura di questo paese attraverso i suoi colori della festa, i suoi odori e soprattutto i suoi sapori, visto che il capofamiglia lavorava in una catena di supermercati ed era responsabile del controllo di qualità dei prodotti. Non potrò mai dimenticare nemmeno la gentilezza e l’accortezza con la quale il comitato della parrocchia che ha gestito l’accoglienza ci ha accolto. Persone disponibili che hanno dedicato parte del loro tempo per farci stare il meglio possibile. La mattina ci ritrovavamo in chiesa o per partecipare alla messa, in occasione di una festività, o per pregare insieme, alternando parole recitate nelle lingue dei paesi dei giovani presenti (lì eravamo italiani e polacchi), con i canti dei famosi canoni di Taizè che molto spesso utilizziamo anche da noi nelle nostre celebrazioni liturgiche. L’intera giornata era poi possibile dedicarla alla visita di Parigi. La città è veramente splendida grazie alla ricchezza di tradizioni lì presenti. Passi dalla bellezza e imponenza di monumenti celebri in tutto il mondo come Notre Dame, il Palazzo delle Toulleries o l’arco di trionfo, a luoghi più comunemente turistici pieni di ristoranti tipici di tutte le culture o di negozi come il pittoresco Montmatre, dove gli artisti dipingono ai bordi delle strade, o il quartiere latino dove l’odore della carne cotta nei locali e infilzata in un tipo di spiedo messo in verticale, il famoso “quebab”, si mescola con quello dei ristoranti di pesce o con quello dei formaggi o i salumi utilizzati per farcire le baguette. Durante la giornata c’erano poi degli incontri a tema qua e là per la città di Parigi a cui chi voleva poteva prendere parte. La sera alle sette poi tutti al Paris-expo dove era possibile pregare insime per la pace nel mondo. Frère Roger, fondatore della comunità di Taizè ha richiamato i giovani alla speranza: “Questa speranza è come un varco di luce che si apre nelle nostre profondità. Senza di essa, il gusto di vivere potrebbe spegnersi. Dov’è la sorgente di questa speranza? E’ in Dio, che non può che amare e che instancabilmente ci cerca. La speranza si rinnova quando, in tutta umiltà, noi ci affidiamo a Dio”.

AUTORE: Alessandro Pacchioni