Un Natale commosso e sofferto

TERNI. Tradizionale messa negli stabilimenti TK, tutta dedicata alle famiglie delle vittime

Natale insieme alla città, ai lavoratori, agli studenti, alle persone sole. Un Natale che è cominciato con la celebrazione nello stabilimento della Thyssen-Krupp Acciai speciali Terni, appuntamento ormai tradizionale con i lavoratori e le loro famiglie che è ‘un invito a prepararsi per accogliere il Signore, perché un cuore che accoglie riesce a rendere umana la vita ovunque sia ‘ ha ricordato il Vescovo, incontrando le tante persone intervenute -. Il Natale celebra la venuta del Signore che scende sulla terra per stare con noi, per aiutarci a vivere meglio, per salvare il mondo dalle tragedie’. Una celebrazione che, dopo quanto accaduto nei giorni scorsi nella fabbrica torinese della Thyssen-Krupp, è stata interamente dedicata alla difesa della vita sui luoghi di lavoro. Nel capannone della Società delle fucine, alla presenza dell’amministratore delegato Harald Espenhahn, del sindaco Paolo Raffaelli, del vicesindaco Feliciano Polli e della presidente delle Regione Rita Lorenzetti, dinanzi agli operai e alle loro famiglie, il presule ha esordito dicendo che ‘quest’anno la celebrazione del Natale è ancor più significativa, proprio perchè segnata dal dolore. Già altre volte negli anni passati ci eravamo stretti ai nostri amici di Torino nei momenti difficili che lo stabilimento stava vivendo. E si è creato un singolare legame tra Terni e Torino’. Quindi, rivolto direttamente ai lavoratori, ha continuato: ‘Quest’anno Gesù nasce in fabbrica, vuole starvi accanto, vuole aiutarvi perché la vostra vita sia non solo sicura ma bella, e vuol dire a tutti il rispetto che si deve alla vita dei lavoratori come voi, perché maggiormente esposta ai rischi’. ‘È vero purtroppo – ha ricordato ancora mons. Paglia – che talora nei luoghi di lavoro la vita non sembra trovare il posto che merita. Ed è per questo che la morte si fa largo più facilmente. Non si lavora solo per guadagnare; si lavora anche per rendere il mondo più bello per tutti. Per questo va recuperata una cultura del lavoro che metta l’uomo al culmine dell’attenzione. E se la catena delle morti è lunga, significa che ci troviamo di fronte ad una cultura che ha fatto del guadagno il primato assoluto dell’esistenza. Sull’altare del profitto a qualsiasi costo si continueranno a sacrificare vite umane. Ma non sono idoli esterni a noi, sono costruiti nei nostri cuori. Per questo c’è bisogno di rinascere’. Una messa che ha avuto un momento di commozione intensa quando è giunta la notizia della morte del quinto operaio in seguito all’incendio alle acciaierie torinesi, Rocco Marzo, per il quale il vescovo Paglia che ha invitato tutti a pregare.

AUTORE: Elisabetta Lomoro