Una chiesa di pietra per sentirci Chiesa viva

CITERNA. Riapre al pubblico San Michele Arcangelo, dopo i lavori di consolidamento

Domenica scorsa è stata riaperta al culto la chiesa di san Michele Arcangelo a Citerna. Tante persone hanno partecipato alla messa presieduta dal Vescovo dentro la chiesa che, a partire dal 2003, è stata interessata da radicali lavori di consolidamento necessari dopo il sisma del 1997. I contributi pubblici hanno permesso il rifacimento di tutto il tetto e del campanile: quello sulla torre campanaria è stato l’intervento più radicale dato che è stata consolidata fin dalle fondamenta. Con il Vescovo c’erano anche i parroci che si sono succeduti a Citerna, quello attuale, don Paolo Martinelli, i predecessori, don Nazzareno Marconi, don Gino Capacci. Presenti anche le monache Benedettine del monastero del Santissimo Crocifisso e Santa Maria che, in questa pagina, ci raccontano la loro Quaresima. Si presenta molto bene questa chiesa, posta al centro di Citerna, anche dopo che è stato realizzato il nuovo impianto di illuminazione ed è stata completamente tinteggiata. Un bell’edificio, non c’è che dire. Ma pur sempre un edificio di pietra! Lo ha ricordato mons. Ronchi durante l’omelia. Se è vero che quel luogo è così caro a tutta la comunità di Citerna perché in tanti, nel corso dei secoli, vi si sono riuniti per far salire la lode a Dio, per cercare sollievo nelle inevitabili angosce e tribolazioni nella vita, è altrettanto vero che oggi tocca a ciascuno la responsabilità di costruire il vero edificio, la vera Chiesa; e questa ‘siamo noi che, in virtù del battesimo, formiamo un solo corpo con Cristo’. Rifacendosi alla sapienza della Chiesa, mons. Ronchi ha ricordato che ‘ciascuno di noi è tempio di Dio, perché ‘lo Spirito di Dio abita in noi’. Anche noi siamo stati unti con il crisma sacerdotale nel sacramento della cresima. Ed è all’eucaristia, in modo speciale quella domenicale, che deve essere riservata la centralità per costruire quella comunione che non sopporta chiusure individualistiche o di gruppo; divisioni e frammentazioni che lacerano l’unità della stessa Chiesa’. Dio non si insegna! – ha sottolineato mons. Ronchi – ma lo si racconta con l’entusiasmo e la gioia di chi l’ha incontrato personalmente. Il Signore bussa sempre alla porta del nostro cuore e della nostra intelligenza e ci chiede di non attendere oltre, di non rimandare: Pasqua, l’occasione di un profondo esame di coscienza per riprendere il cammino quotidiano con rinvigorita fede e buona volontà, cioè con santità.

AUTORE: Francesco Mariucci