Una rete di amore

DIOCESI. Intervista al nuovo direttore della Caritas diocesana, Claudio Daminato

La Quaresima di solidarietà della Caritas abbraccia realtà diverse, seguendo la via preferenziale per i bisognosi che quotidianamente s’incontrano lungo la strada con le loro tante necessità e problemi. A fine marzo sarà riproposto il progetto ‘Salute donna’, che già nei precedenti anni ha dato risultati eccellenti. C’è poi la presenza costante accanto ai malati di paesi lontani con l’attività dell”Ospedale della solidarietà’. Tante frontiere d’impegno e di sensibilizzazione, che vedono come novità principale l’avvicendamento alla direzione della Caritas diocesana tra Bruno Andreoli e il nuovo direttore Claudio Daminato. Dal mondo dell’associazionismo e dello scoutismo, del quale a lungo ha fatto parte ricoprendo diversi incarichi anche a livello regionale, Daminato porta con sé l’entusiasmo e la consapevolezza dell’essere Chiesa come comunità, la passione per l’educazione e la formazione dei giovani e ora anche dei fidanzati, la forza dell’impegno sociale laicale variamente inteso. ‘Nella pastorale caritativa della Chiesa – esordisce Claudio – c’è bisogno di costruire una grande sinergia, una ‘rete dell’amore’, come mi piace definirla, dove la Caritas si ponga al servizio delle parrocchie per far crescere questo rapporto e per essere forte elemento di promozione. È necessario che l’amore divenga sempre più il cuore della fede. Se le persone – prosegue il nuovo direttore – si riconoscono come testimoni che sanno mettere al centro i poveri e fare comunità insieme a tutti, sanno essere prossimo degli altri, allora si possono sconfiggere le paure, abbattere i muri delle nostre sicurezze che ci separano dagli altri. Ecco perché questo amore deve essere la chiave per conoscere, condividere e diventare comunità’. Un impegno nella continuità è il progetto del nuovo direttore, per proseguire quel percorso già avviato in questi anni e che ha dato risultati assai soddisfacenti. ‘È un servizio nel quale, come cristiano, devo saper tenere al centro, non lo stereotipo dell’amore, ma quella capacità di donare avendo accolto l’amore di Dio e sapendolo testimoniare attraverso la propria vita – spiega Claudio Daminato -. Qualche volta ci chiudiamo nell’entusiasmo dell’attività a favore dei bisognosi, e non sempre rendiamo manifesto il fatto che l’attività sia anche segno, capace di far vedere l’amore che i cristiani hanno nel proprio cuore; segno che ci aiuti ad aprirci al prossimo. Stare insieme nella diversità dei talenti, delle caratteristiche e delle autonomie è sempre più necessario per porsi al servizio e dare un contributo affinché la rete dell’amore diventi sempre più forte e presente sul territorio, attraverso il confronto, lo scambio e la sinergia’.

AUTORE: Elisabetta Lomoro