Un’Umbria più equa

La Regione approva il nuovo Piano sociale

Il Consiglio regionale ha approvato nella seduta di martedì il nuovo Piano sociale regionale. A favore 15 consigliere di maggioranza, contro 5 di opposizione. Melasecche (Udc) si è astenuto. “Con questo Piano sociale si apre una nuova stagione per affrontare nuove emergenze correggendo le carenze del passato, per un’Umbria più equa, più solidale e capace di rispondere ai nuovi bisogni”, ha commentato l’assessore regionale Damiano Stufara dopo l’approvazione del piano. Rilevando come quella odierna fosse “un’aula distratta”, Stufara ha accusato le opposizioni di aver proposto oggi “carenti argomentazioni critiche, probabilmente sapendo che il Governo nazionale lavora per smantellare i sistemi locali di welfare”. Tra i presupposti del Piano, Stufara ha indicato la valorizzazione delle funzioni dei Comuni, “potenziandone il ruolo e la capacità di sviluppare autonome politiche all’interno delle zone sociali. L’opposto di quel che dice il Pdl”. Citati da Stufara anche “l’accesso universalistico e la definizione dei livelli essenziali ed uniformi delle prestazioni”, evidenziando, come obiettivi, il “lavoro costante sul tema dell’integrazione dei servizi, non solo quelli socio-sanitari”, insieme alla “valorizzazione di chi opera nel sistema e quindi dei profili professionali, stabilizzando il personale, spesso composto da figure precarie”. Tra le “innovazioni”, Stufara ha evidenziato quelle che riguardano “la sussidiarietà e la partecipazione”. Infine Stufara ha parlato delle risorse per la spesa sociale. “Nel 2007 la dotazione dell’Umbria dal fondo nazionale era di 15,3 milioni di euro, nel 2010 è di 6,5. Nello stesso periodo il fondo regionale è invece salito da 7,4 a circa 11, contenuti nel bilancio che arriverà a giorni in aula. Emerge netta la differenza tra chi sceglie di smantellare i sistemi di welfare e chi sceglie d’incrementare la spesa sociale”. A Stufara ha replicato brevemente per il Pdl Franco Zaffini, accusandolo di “aver fatto un comizio di piazza su questa materia”. Controreplica di Stefano Vinti, del Prc: “I numeri sono numeri e non si possono contestare”.Per il consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Cdl per l’Umbria-Pdl) il piano è “vecchio, inadeguato e senza obiettivi di lungo periodo” e solo grazie “alle denunce dei mesi scorsi da parte dell’opposizione” è stato possibile riequilibrare a favore dei Comuni e delle nuove Zone sociali una governance sociale “che si stava burocratizzando e centralizzando negli Ambiti territoriali integrati”.