Veglia di Pentecoste in cattedrale: una grande comunione ecclesiale

Mons. Ronchi ha conferito i ministeri dell'accolitato, lettorato e dell'Eucarestia

Sabato scorso mons. Pellegrino Tomaso Ronchi ha presieduto nella cattedrale di Città di Castello la solenne veglia di Pentecoste. Assieme al Vescovo hanno concelebrato diversi sacerdoti della diocesi assieme ai diaconi e ai fedeli, rappresentanti anche di gruppi, movimenti, cammini e associazioni; tutti ad esprimere la comunione ecclesiale con il Vescovo nell’unità di un solo Spirito in occasione della Pentecoste, la ‘festa’ dello Spirito santo. Prendendo spunto dalle letture proposte dalla liturgia mons. Ronchi ha ricordato che per ricevere lo Spirito santo non c’è che un solo mezzo: ‘Andare a Gesù glorificato attraverso la sua passione’. Proprio lo Spirito prorompe dal cuore di Gesù, si manifesta a noi attraverso le parole, viene donato a noi attraverso i suoi sacramenti. ‘Se vogliamo ricevere lo Spirito – ha detto il Vescovo – dobbiamo ascoltare il grido di Gesù: ‘se qualcuno ha sete, venga a me e beva chi crede in me”. La Pentecoste rappresenta anche il momento in cui tutti ‘dobbiamo ricaricare le ‘batterie spirituali”, ravvivando quei doni speciali e indelebili, di cui lo Spirito santo ci ha arricchito con il sacramento della cresima. Nella misura in cui, giorno dopo giorno – ha proseguito mons. Ronchi – noi sapremo farne tesoro ed applicarli alle più diverse situazioni della nostra esistenza, avremo pure il coraggio e perfino l’orgoglio di dichiararci cristiani e camminare a testa alta senza alcun complesso di inferiorità di fronte a nessuno’. Ciò vuol dire che ogni cristiano saprà discernere ciò che è buono o cattivo, ma avrà pure il coraggio e la forza per superare le inevitabili e sempre più diaboliche seduzioni del mondo. Anche oggi noi tutti possiamo vedere i segni dello Spirito santo: in quanti giungono al sacrificio o all’immolazione della propria vita per il bene dei fratelli, ma anche in tante anime che, nel silenzio, tenacemente lavorano per la causa della giustizia e della pace, o per seminare il vangelo nelle realtà umane. A questo riguardo mons. Ronchi non ha mancato di fare alcuni esempi, sufficienti per dimostrare come lo Spirito santo continui la sua azione nella Chiesa e nel mondo: il presule ha ricordato madre Teresa di Calcutta e padre Pio da Pietrelcina, così pure le tante anime che con amore educano i fanciulli alla fede o si dedicano alla cura dei malati, all’assistenza dei bisognosi, al conforto degli anziani, al recupero dei tossicodipendenti. Ancora, tutti quei giovani che per testimoniare la propria fede rischiano e subiscono il linciaggio morale, quando non quello fisico. Sono di esempio anche gli ‘adulti che sanno comportarsi con integrità, rettitudine ed onestà nel lavoro e nella professione, mentre la corruzione dilaga un po’ ovunque’. Infine – ha proseguito il Vescovo – ‘possiamo vedere lo Spirito santo in quelle anime che con generosità consegnano tutta la loro vita a Dio e ai fratelli nel sacerdozio e nella vita religiosa, ma lo possiamo pure vedere in tutte quelle coppie di sposi che sanno formare delle famiglie cristiane, e in quei figli che, ricambiando l’amore dei genitori, li assistono nella vecchiaia fino alla morte’.

AUTORE: A. C.