Vivere la fede, amare la vita

Azione cattolica. La 14a Assemblea generale

Uno sguardo all’associazione, al triennio passato e al futuro, ma anche alla Chiesa, senza dimenticare l’Italia e la vita pubblica. Con un Documento finale discusso e votato dai delegati giunti da tutt’Italia, e un Messaggio alla Chiesa e al Paese si sono chiusi i lavori della 14a Assemblea nazionale dell’Azione cattolica italiana, che si è svolta a Roma dal 6 all’8 maggio sul tema “Vivere la fede, amare la vita. L’impegno educativo dell’Ac”. Il Messaggio riassume alcuni degli elementi approfonditi nei tre giorni (educazione, laicità, servizio alla società e alla vita civile). Tra le “scelte associative” proposte al dialogo “con tutti gli uomini e le donne di buona volontà, alle parti politiche, ai corpi intermedi, alla società civile, alle altre associazioni laiche e cattoliche” figurano “il rispetto assoluto della vita e di ogni vita”, il “riconoscimento e la promozione della famiglia”, “la sobrietà delle scelte quotidiane”, “la solidarietà e la scelta preferenziale per i poveri, gli stranieri e le famiglie in difficoltà”. E, ancora, “il senso del dovere professionale e il valore dello studio”, “la coerenza tra sfera privata e sfera pubblica”, “l’attenzione alla vita amministrativa e politica delle città e del Paese”. Messaggio del Papa. In apertura dei lavori è giunto ai partecipanti un messaggio di Benedetto XVI, nel quale l’Ac viene definita “forza educativa qualificata, sostenuta da buoni strumenti, da una tradizione più che centenaria”. Il Papa ha invitato a essere “palestre di santità, in cui ci si allena a una dedizione piena alla causa del regno di Dio. Santità – ha aggiunto – significa per voi anche spendersi al servizio del bene comune secondo i principi cristiani, offrendo nella vita della città presenze qualificate, gratuite, rigorose nei comportamenti, fedeli al magistero ecclesiale e orientate al bene di tutti”. È la “formazione all’impegno culturale e politico… Compito importante, che richiede un pensiero plasmato dal Vangelo”. Oggi in particolare, ha precisato il Papa, “la vita pubblica del Paese richiede un’ulteriore generosa risposta da parte dei credenti, affinché mettano a disposizione di tutti le proprie capacità e le proprie forze spirituali, intellettuali e morali”. Da Benedetto XVI anche la richiesta “di essere generosi, accoglienti, solidali, e soprattutto comunicatori della bellezza della fede” di fronte al “grande sconvolgimento del mondo e del Mediterraneo”. Saluti ed elogi. Tra i saluti quelli del card. Stanislaw Rylko, presidente del Pontifico consiglio per i laici, che ha lodato “la straordinaria vitalità e il dinamismo missionario dell’Ac”; di mons. Mariano Crociata, segretario generale della Cei, per il quale l’associazione “dice già con la sua sola forma associativa e con la sua struttura istituzionale che la Chiesa è aperta a tutti”; di mons. Giacinto-Boulos Marcuzzo, vescovo ausiliare di Gerusalemme e vicario patriarcale latino per Israele, che ha evidenziato l’esperienza dei corsi di formazione residenziali organizzati dall’Ac; del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che in un messaggio ha ricordato come l’Ac sia “divenuta un’importante componente del tessuto sociale del Paese”. L’ultimo giorno assembleare, invece, è stato aperto dalla celebrazione eucaristica presieduta dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Cei, il quale ha espresso “la vicinanza affettuosa e incoraggiante dei Vescovi italiani… certo che le decisioni maturate in questi giorni sono state guidate dalla vostra preghiera e dall’amore per la Chiesa: è questo che rende viva e vitale l’Azione cattolica”. Mentre l’assistente generale dell’Ac, mons. Domenico Sigalini, aveva ricordato che l’associazione ha messo Gesù “al centro del suo cammino formativo” e “lo vuole sulla barca dell’assemblea, come luce e sale, per vivere la fede e amare la vita”. Le parole del presidente. “L’esperienza democratica vissuta in questi giorni esprime la nostra passione associativa”, ha affermato il presidente nazionale di Ac, Franco Miano, nel suo intervento finale, chiedendo all’associazione di “inaugurare una stagione in cui si riflette appieno su cosa significa la democraticità”, affinché “un valore forte e importante come questo non si perda”. Sull’accoglienza del prossimo, con riferimento in particolare ai migranti che approdano sulle nostre coste, Miano ha rimarcato che “cacciare indietro persone per noi non è possibile, è come se cacciassimo indietro il Signore Gesù”. Come gesto concreto di vicinanza e solidarietà, le offerte raccolte nella messa domenicale sono state destinate all’Ac di Lampedusa. Da ultimo, “l’impegno educativo”, “elemento caratterizzante” per l’associazione, e l’attenzione per l’Italia. “Siamo preoccupati per la tenuta morale del Paese” davanti a “messaggi che vengono lanciati, in Italia e in Europa”, che “alimentano il rancore tra Nord e Sud e indicano un deficit di idee e progetti trasversali a tutte le forze politiche”, aveva denunciato nella sua relazione d’apertura, proponendo di “riflettere su alcune questioni, che oggi sclerotizzano la scena politica e la riducono, in certa misura, a mera amministrazione del potere”.

AUTORE: Francesco Rossi