Wojtyla “torna” a Perugia

Il 14 maggio viene presentata nel capoluogo umbro una biografia scritta dalla giornalista Sabina Caligiani

Ci sono almeno tre motivi per recensire il libro Giovanni Paolo II di Sabina Caligiani (ed. Paoline) e, naturalmente, per acquistarlo. Il primo è che viene presentato alla cittadinanza nel salone d’onore della Giunta regionale dell’Umbria a palazzo Donini proprio in questo stesso giorno in cui esce il nostro giornale (ore 17). È una felice coincidenza, che indica il coinvolgimento della società civile in una tematica strettamente religiosa, nel nome di un Papa che ha affascinato le folle, passando anche a Perugia (26 ottobre 1986) la vigilia del grande incontro delle religioni per la pace ad Assisi. Quando si parla o si scrive di Giovanni Paolo II si aprono le porte e si tendono anche orecchi. Non per niente l’autrice ha sottotitolato “Il Papa che parlava alla gente”. Penso che si potesse anche dire “un Papa che parla tuttora alla gente”.

Il secondo motivo è la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali, che cade domenica prossima 16 maggio, festa dell’Ascensione. Il libro parla di comunicazione, sia quella fatta direttamente da parole e gesti e dall’intera persona di Karol Wojtyla, sia quella costituita dalle sue idee sulla comunicazione, riportate insieme alle proposte dell’insegnamento della Chiesa fin dal documento del Concilio Vaticano II del 1963, poco meno di cinquant’anni fa. La terza ragione è l’autrice, Sabina Caligiani, nata a Perugia, giornalista cattolica e rimasta legata alla terra umbra, e soprattutto esperta di comunicazione e di spiritualità, che interverrà alla presentazione. La ragione decisiva, fuori elenco e fuori discussione, è la validità e bellezza del libro, che si legge con grande interesse e piacere interiore. Seguire i passi di Giovanni Paolo II con l’occhio e l’orecchio attento a quello che ha detto e compiuto, a partire dalla sua prima apparizione alla loggia di San Pietro, quando si è presentato come colui che viene di lontano e chiede “se mi sbaglio, mi corrigerete”, fino all’ultimo addio dalla finestra dalla quale non ha potuto dire una parola, alla folla riunita in piazza San Pietro, è un’avventura spirituale molto ricca di suggestioni. Chi ha vissuto quelle situazioni sentirà rinascere in se stesso i sentimenti e le emozioni già provate nel momento in cui avvennero i fatti. Chi, invece, non li ha vissuti, i più giovani, potrà cogliere l’occasione per arricchirsi della vitalità umana e cristiana di un personaggio unico nel panorama ecclesiastico e laico del secolo scorso. Il suo messaggio ha travalicato il confine del secondo millennio, ed è destinato a perdurare: “Non abbiate paura! Aprite le porte a Cristo!”, gridato al mondo con l’accento di un profeta scelto e mandato da Dio.

AUTORE: Elio Bromuri