La dea e i suoi adoratori

Ancora su handicap ed emarginazione: Ulisse e l’ombra. Sempre insieme, a passo di carica o a ritmo di danza, inseparabili. Un fenomeno/spia che non ha nulla di occasionale. Un giorno la Dea Ragione fu intronizzata sull’altare di Notre Dame. Eccelsa liberatrice dai pregiudizi medievali, i suoi adoratori si aspettavano da lei qui e adesso di essere condotti non semplicemente alla verità, ma alla felicità. Tra quegli adoratori ce n’era uno nuovo, ma che cantava perché contava: l’imprenditore/mercante. I filosofi illuministi quando cantavano ‘Qui e adesso’ e ‘Con le nostre mani’ gli facevano fare la seconda voce. A lui la verità non interessava. E così filosofia e scienza, che in passato erano sempre andate a braccetto, litigarono. Adesso che la conoscenza pura aveva ceduto il passo alla ‘conoscenza che porta alla felicità’, i grandi perché dell’esistenza venivano mummificati ed esposti nei musei archeologici. Non interessavano più la vita, ma solo la storia della cultura. Liquidata la filosofia, la scienza prese a uscire a cena con la tecnica. ‘Sali a prendere un caffè?’. Finì come in tutti i filmetti americani: sotto le lenzuola. Ne nacquero a getto continuo marchingegni che sostituivano la fatica dell’uomo, gli permettevano di spostarsi celermente, gli illuminavano con una semplice pressione del dito tutta la casa, senza moccoli. Fu un trionfo. Mille ritrovati presero ad agevolare la nostra vita quotidiana. Un trionfo. Ma ogni trionfo ha le sue vittime. E tra le vittime dell’Illuminismo ci fu anche la solidarietà. C’era da aspettarselo. Se la libertà e la felicità vanno costruite qui e adesso, e con le nostre mani, come fanno quelli che hanno i riflessi lenti, o quelli che non hanno mani? I deboli, i non attrezzati, i fuori di testa’: come fanno? Quelli che non possono prendere parte alla gara. Perché con Lorsignori la vita era diventata una gara, soprattutto una gara. Come fanno? L’Illuminismo non risponde. L’unico suo imperativo morale a sostegno delle fasce deboli è rivolto ai ‘normali’, cioè ai ricchi e a quelli che con tutto se stessi aspiravano a diventarlo: ‘Dategli sotto ad arricchire, e con ciò avrete assicurato il benessere per tutti!’ Perché secondo Lorsignori il (relativo) benessere dei poveri sarà l’automatico riflusso dell'(inarrestabile) arricchimento dei ricchi. Così Adamo Smith, come dire il Number One di Lorsignori, nel quinto libro del ‘Saggio sopra la ricchezza delle nazioni’. La solidarietà, come impegno specifico responsabilmente assunto di fronte al bisogno dei poveri, diventa un falso problema. Non c’è in tutta la cultura illuminista uno straccio di motivo che spinga l’uomo a fare della solidarietà in campo economico un caposaldo del progetto/uomo. Che fichi, però, questi Adoratori della Dea Ragione! Ci hanno messo al riparo dai fondamentalismi e dagli integralismi, ma ce l’hanno fatta pagare cara.