Des hommes et des Dieux

Abatjour

Che fosse un bel film me l’avevano detto, che lo fosse fino a tal punto non l’avrei mai immaginato. Parlo del film che in questo 2010 ha sbancato a Cannes. Des hommes et des Dieux, di Xavier Beauvoi, un regista che si dice ateo. Ateo, ma parla con intensità e delicatezza della vita quotidiana dei 9 monaci della comunità trappista di Tibhirine, in Algeria, 7 dei quali vennero trucidati dai fondamentalisti del Gia (Gruppo islamico armato) nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996 dopo più di tre anni di persecuzione, innervata di minacce sempre più pesanti.Il titolo originale, Des hommes et des Dieux, è stato malamente tradotto in italiano come Uomini di Dio: una traduzione che non rende ragione del fatto che quei monaci hanno vissuto sia la spiritualità delle loro liturgie essenziali, sia la dedizione senza riserve ai più poveri della grande comunità musulmana nella quale vivevano immersi, rinunciando non solo a imporre, ma anche a proporre il proprio Dio, curando invece che quella gente potesse vivere fino in fondo il suo Dio. Uomini accanto a uomini, Dei accanto a Dei.Logico dunque quello che scrisse il priore Christian de Chergé pochi giorni prima di essere rapito e ucciso: “Se un giorno mi capitasse, e potrebbe essere oggi, di rimanere vittima del terrorismo che attualmente sembra voler coinvolgere tutti gli stranieri che vivono in Algeria, vorrei che la mia comunità, la mia Chiesa, la mia famiglia, si ricordassero che la mia vita è stata donata a Dio e a questo Paese”: Una volta quello era “un Paese di infedeli”, poi è diventato “un Paese di fratelli separati”. Poi… È l’istanza della fedeltà ai fratelli tout court, infedeli o separati che siamo. Non li hai scelti tu. Né loro hanno scelto te. È la Provvidenza che ha messo loro sulla tua strada e tu sulla loro. Loro sono la tua salvezza, molto più di quanto tu possa essere la loro. Rimanere o tornare in Francia? Il travaglio delle coscienze vibra in ogni fotogramma. Netto, senza sbavature retoriche. E quando, faticosamente, la decisione di rimanere diventa unanime, la macchina da presa passa in rassegna quei volti, li accarezza uno ad uno, e in ognuno legge, identica e diversa, la decisione che più di ogni altra dà senso alla loro e alla nostra vita: rimanere fedeli all’uomo, visto che non si può amare Dio che non si vede se non si ama il prossimo che ti è vicino.

AUTORE: Angelo M. Fanucci