Dottore e veterinario

Da quando gli hanno conferito la laurea honoris causa, tutti lo chiamano ‘il Dottore’. Ad onta della sua fisionomia da monello birichino: Dottore. Il dott. Valentino Rossi. Un’Università che continua ad essere annoverata fra le Università gli ha conferito quel titolo. Lui ‘dottore’?. Ho avuto un sussulto di orgoglio frustrato. Lui ‘dottore’? Quando, verso il 1960, papa Giovanni dichiarò ‘dottore della Chiesa’ san Lorenzo da Brindisi, mons. Piolanti, fegatoso e coinvolgente titolare di Dogmatica alla facoltà di Teologia del Laterano, espresse di fronte a noi studenti il suo dissenso, e lo fece con la grazia di un vulcano in eruzione: ‘Se lui (san Lorenzo da Brindisi) è dottore, io voglio almeno la nomina a veterinario!’. Altrettanto viene fatto di dire a me, quando penso al dott. Valentino Rossi. Un paio di titoli accademici ce l’ho dalla notte dei tempi, ma oggi, ingravescente aetate, ne voglio un altro. I toni accesi della mia richiesta si sono fatti ancora più accesi quando ho saputo che una laurea ‘honoris causa’ era stata conferita anche a Vasco Rossi. Mi dicono che sia un cantante, e io mi fido, anche se non l’ho mai sentito cantare. Non per amore di Mozart, ma perché quando in Tv, mentre l’orchestra attacca, vedo sbracciarsi uno con in testa il berretto da ‘Yellow man’ aeroportuale, camicia kaki e calzoni di jeans plurilacerati, percepisco acuto l’afrore delle ascelle e spengo subito. Insopportabile. ‘Dottori’, i due Rossi! Allora voglio esserlo anch’io!! Dottore, o magari solo veterinario, ma con la toga orlata d’ermellino. Io mi sarei fermato qui, ma una notizia che m’ha gelato il sorriso sulle labbra: negli ultimi dieci anni il numero dei morti in incidenti motociclistici in Italia è costantemente aumentato del 3,2% l’anno. Mio Dio!! Probabilmente Vasco ha incrementato il numero dei tossicodipendenti, ma certamente Valentino ha incrementato il numero degli uccisi dalla due ruote. D’estate capita a tutti noi mediocri automobilisti di veder sbucare dalla curva di fronte un guerriero della notte, incapsulato in tuta e casco neri, aggressivo, piegato a 45′ uno di tanti assatanati che, in sella al loro mostro meccanico su due ruote, il solo fatto di sentirsi chiamare ‘centauro’ autorizza a rischiare la vita come fosse un giocattolo. E sulla moto c’è il n. 46, quello del ‘Dottore’. Ministro della Sanità Turco, ministro dello Sport Melandri, siete donne, siete mamme’ obbligate Valentino ad un minispot da trasmettere subito prima o subito dopo una delle sue entusiasmanti corse sulla moto GP: lui dal piccolo schermo fissa negli occhi i suoi fans e dice: ‘Guardate che le cose che faccio io le possiamo fare solo in pochi, e solo in pista, e solo con tutte le precauzioni del mondo. Viva la vita!’. Troppe strade grondano sangue, troppe donne si macerano nel dolore.

AUTORE: Angelo M. Fanucci