I pifferi di montagna

‘I pifferi di montagna andarono per suonare e furono suonati’: chi ha inventato questa strofetta pensava a me. Ecuador, ottobre 2007. Venni per insegnare, oggi devo solo imparare. Ho incassato un paio di uppercut da buttar giù anche Toro Scatenato. Il primo uppercut me lo hanno rifilato Francisco Santacruz e Claudia Ibandango quando ci hanno illustrato il metodo educativo adottato dalla ‘Fundacion Cristo de la Calle’, della quale sono l’uno presidente, l’altra directora. Ogni anno sono circa 200 i niÈos de rua accolti dalla Fundacion. Claudia e Francisco non ne accolgono più nessuno, se quedan a casa loro con i loro tre bambini. Già, ma dalla mattina alla sera girano come trottole, con la loro equipo di educadoras, asistentes sociales, psicologi, psichiatri’ ‘Girano’ da una famiglia accogliente all’altra. Alla sera sono stremati, perché ne hanno circa 60 (sessanta), di famiglie accoglienti. ‘Famiglia accogliente’: cioè? Una famiglia che quando in Tv appare un bimbo negro col pancino/ pancione sporgente non cambia canale? Una famiglia che quando ti invita a pranzo prepara anche l’antipasto? Quella famiglia di via Perugina presso la quale qualche settimana fa ha dormito per una notte un ‘papaboy’ in viaggio verso Loreto, per l’incontro con Benedetto XVI? Noo!! La grammatica al potere! ‘Accogliente’ vuol dire ‘che accoglie’. Chi accoglie? Chi ha bisogno di accoglienza. Le loro 60 famiglie sono gremite di bimbi candidati all’emarginazione. Alla prima hanno affidato, fra gli altri, la ragazzetta di 12 anni che sua madre, prostituta, ‘voleva con sé’ (sul marciapiede); alla 36a hanno affidato, fra gli altri, un bambino di due anni che suo padre, alcolizzato, riempiva di botte tutte le sere; alla 58a, fra gli altri, Jefferson, il figlio di una loca (matta) irrecuperabile. Lui ha una lesione al cervello, è qui da quando aveva un anno, ed ha passato molti mesi con la testa reclinata da una parte e la lingua fuori dalla bocca; oggi ha quattro anni e, appena ci siamo seduti in circolo, ha cominciato a trotterellare da uno all’altro col suo passo asmatico e con le braccia alzate: da ciascuno voleva un bacio e una carezza. Per tutt’e 200 i bambini la Fundacion provvede alle spese generali, alla scolarizzazione, al pranzo, al doposcuola, al sostegno psicologico (o psichiatrico, quando occorre). Soprattutto, cura il rapporto con la famiglia d’origine. Perché, se e quando nella famiglia di origine la situazione si normalizza, il ragazzo torna a casa, e la Fudacion continuerà a seguirlo, sempre più discretamente. Quanto tempo dovrà passare? 18 giorni, 18 mesi o 18 anni? Si vedrà. Obiettivo massimo: la normalità. La ‘madre’ di Jefferson, di bambini suoi non ne ha, ma in accoglienza ne ha 8 (otto); e due dei più piccoli, due fratellini, lei e suo marito presto li adotteranno. Ci saluta, quella giovane donna un po’ in carne; e mentre, in braghe di tessuto elastico, prende in braccio Jefferson che si tuffa sul suo vasto seno, le si scopre l’ombelico, brutta maleducata!

AUTORE: Angelo M. Fanucci