I veri eredi di Roma

ABAT JOUR

Fortuna che è di Scheggia, come me! Fortuna! Perché altrimenti l’avrei denunciata. Parlo di Maria Rita Valli. L’avrei denunciata ad onta della sottile captatio benevolentiae che ha tentato quando ha scritto che questa rubrichetta è “ironicamente chiamata Abat jour”. Ironicamente. In realtà – voleva dire, blandendo i miei ultimi mozziconi di vanagloria – in Umbria Abat jour è come in Normandia il faro di Mont Saint Michel. L’avrei denunciata perché sull’inserto del n. 10 de La Voce, a p. VI, a proposito del mio intervento su Stato assoluto, Stato democratico e Stato sociale ha scritto che “non si è capito bene cosa intendesse dire”. Lo chiarirò al prossimo numero, a elezioni spente… Oggi, su tutt’altro versante, devo comunicare ai miei lettori un fatto strepitoso: l’altra domenica, alle 19.30, ho assistito in tv ad un episodio della serie Il tenente Colombo che non conoscevo. La cosa ha dell’incredibile. Non lo avevo mai visto. Lo vedevo per la prima volta. Incredibie. Io di quella serie gli episodi li ho visti tutti, ma proprio tutti! Il grande Barzini. L’omicidio per telefono. Il giocattolo a forma di ghigliottina che all’amico la testa gliela taglia davvero. Il Commodoro. Li ho visti tutti, e più di una volta. La madre che ammazza quel puzzone dell’amante suo e di sua figlia, e Colombo quest’ultima la lascia partire, nonostante che sia complice dello sparo. Ve li devo elencare tutti? Ho cominciato a subire il fascino irresistibile del tenente Colombo tanti anni fa. Ricordo che era in corso una guerra. Forse la guerra del Vietnam. O forse la guerra di Troia. Lo trasmette Rete 4 subito dopo l’omelia di Emilietto Fede, che però si può evitare, come si evita di prendere il Maalox prima di cena. Quest’ometto semiguercio, piccolo, goffo, spettinato, trasandato, che si misura con campioni autentici dell’efficientismo made in Usa, fustacci di grande presenza e vagamente gigioneggianti, intelligenze rigorosamente consequenziali, acume capace di depistare anche un cane da tartufo che annusa sulla verticale del prezioso tubero. Loro arrivano su auto grandi come pullman di lusso, la Peugeot di Colombo pare un residuato bellico. Loro sono più che organizzatissimi, lui dispone di un impermeabile che ha un numero imprecisato di tasche, disseminate di mozziconi di matita, di taccuini per prendere appunti, di sigari sommariamente spenti. Un’attrezzatura antidiluviana, che però la vince sempre su quella avveniristica di uomini che, rincoglioniti dal successo e dai dollari, credono di essere intelligenti e invece sono solo mediocremente furbi. Sottovoce (da cantarsi sulle note della famosa arietta ceraiola): “Minchioni come noantri la mamma ’nne fa più”. A Roma dicevano che si vendeva di tutto (Romae omnia veneunt). Ma gli Americani sono andati oltre: accanto alla loro immagine, ci hanno venduto anche la loro caricatura.

AUTORE: A cura di Angelo M. Fanucci