Il primato della quantità

Ancora una volta Marco Pannella ha mostrato il suo doppio volto: pacifista e violento. Giorni recenti, la Befana era ancora in circolazione: ‘Primo piano’, la bella rubrica di Rai 3, l’aveva invitato a un confronto con Giuliano Ferrara’in tema di moratoria sull’aborto, la proposta che Giulianone ha avanzato con tutto il peso culturale che s’è guadagnato in anni recenti, e che lui riesce piacevolmente a coniugare con l’altro peso, quello che due fate turchino-pallide, Madre Natura e Assenza di Dieta, gli assegnarono fin da quando si nutriva solo di latte (5 litri al giorno). Fra parentesi: come sono lontani i tempi di ‘Radio Londra’, quando Ferrara faceva il portaborse informatico di Craxi! O i tempi delle boutades contro Benigni e della presuntuosa sfida rusticana con Di Pietro nella speranza di sottrarre alla sinistra un collegio elettorale tra i più rossi della rossa Toscana. E che dire degli scontri epici con Giampaolo Pansa, che si concludevano con Giulianone che minacciava di prendere il suo interlocutore a pugni in faccia? Nell’incontro/scontro con Ferrara nuova versione, Pannella ha confermato (ove ce ne fosse ancora bisogno) i limiti strutturali del suo pacifismo. Solo a pelle lui è un pacifista, perché la gestualità omiletica e la vocalità da flauto traverso sono quelle del pacifista Doc. Ma intimamente è un violento. Di quella violenza che consiste nell’ignorare sprezzantemente le ragioni degli altri. Quello che personalmente m’ha shockato è stato quando, protendendosi verso la telecamera, con la faccia di uno che non ne può più della stupidità dei suoi ascoltatori, stringendo con gratuita forza fra il pollice e l’indice un invisibile granello di pulviscolo, Pannella ha detto: ‘Ma l’embrione appena fecondato è appena una ventesima parte della capocchia di uno spillo’. Eccolo, il primato della quantità! Il selvaggio primato della quantità. La vita misurata dallo spazio che occupa. La tragica confusione fuorviante fra ‘persona’ e ‘personalità’. ‘Persone’ ci si nasce, ci nasciamo tutti. ‘Personalità’ ci si diventa, nella misura in cui ci si rende capaci di scegliere autonomamente dei fini, di selezionare gli strumenti più idonei a raggiungere quei fini, di governare il ‘gioco’ che fra gli uni e gli altri inevitabilmente il tempo tende ad allargare e stravolgere. ‘Persona’ è un qualifica che compete all’uomo, a tutti gli uomini, per il solo fatto di essere al mondo. E che va riconosciuta sulla base di una riflessione che prescinde totalmente dalla quantità. Dalla quantità spaziale e dalla quantità temporale. E che non tollera un ‘più’ o un ‘meno’. ‘Chi ammazzeresti mejo, Carolina Kostner o Rita Levi Montalcini?’. Fu a questo punto che un mio amico esplose: ‘Io mazzerei i minchioni come te!’P.S. L’epiteto era notevolmente più’ icastico.