Il tesoro nel campo

Il mio personale disagio è dovuto anche, come confessavo nell’atto di girare l’interruttore all’ultima abat jour, al fatto che da 37 anni a questa parte, mi sono sentito sempre più tradito dai miei amici handicappati.’Tradito’: eccessivo? Per me, da quel 30 giungo 1970 in cui avevo conosciuto la Comunità di Capodarco di allora, ogni handicappato era un liberatore. Automaticamente. Sul mondo dell’emarginazione (del quale i disabili sono così gran parte) si poteva impostare tutta la pastorale. Cristo faceva conto solo su di loro per costruire il mondo nuovo. Eccessivo? Certo è che, eccessiva o no che fosse quella mia convinzione, i miei amici handicappati mi hanno smentito, se non tradito. Si sono accontentati delle briciole. Quando un burlone rimasto ignoto cambiò loro il nome (prima da handicappati a disabili, poi – evoè! evoè! triumpe! triumpe!- da disabili a diversabili) sono andati in brodo di giuggiole. Briciole, giuggiole: potrei continuare con i vocaboli sdruccioli, poi vestirmi da pastorello arcade e zufolare pastorellerie. Bah! Fuor di metafora, con la scomparsa di quella specie animale che, per quanto recente e poco numerosa, meritava il nome di diversabilis ferox, una forza di rinnovamento civile, morale, ecclesiale s’è svampita. Glielo dico, ai miei carrozzati, Vangelo alla mano: ‘Siete un tesoro nel campo. La vostra parola vale ben più della mia. Se voi dite qualcosa di generoso e di profondo, potete incidere molto più a fondo di me’. ‘Tesoro’? Ma quale tesoro! ‘Nel campo’? Ma quale campo! Non mi credono. Si sono accontentati di un piatto di lenticchie. L”assegno di accompagnamento’ è diventato una pensione supplementare, anche per i ventenni che potevano contribuire a costruire la vita, dall’alto della loro carrozzina, un volta ‘accompagnati’ dove senza quell’assegno non sarebbero mai arrivati. Oggi: assegno di accompagno, più pensione di invalidità, più un ‘aiutino’ dal Comune, e un altro ‘aiutino’ dalla Caritas: perché quel ventenne dovrebbe lavorare o studiare? Il suo piccolo tesoretto gli basta e avanza per mettersi da parte. No rompas. Va bene, lo siento, disculpe. Tra le mille ipotesi che i politici hanno formulato circa l’impiego dell’altro tesoretto, quello che inopinatamente Prodi si è trovato da parte, solo due o tre hanno riguardato la non-autosufficienza, ma intesa sempre e soltanto come sopravvivenza. Esistono dei non-autosufficienti che hanno tutta la vita davanti, e possono fare cose serie in un mondo scombiccherato, e dire cose serie in un mondo sciapo. In un qualsiasi progetto di rinnovamento politico/morale o ecclesiale, non dovremmo inserire anche loro?

AUTORE: Angelo M. Fanucci