La commessa innamorata

11 luglio, stamattina ci sono gli esami, san Benedetto aiutaci! Io da molto (troppo) tempo siedo dall’altra parte della cattedra, ‘altra’ rispetto a quella dalla quale s’affaccia il giovane esaminando, che in genere, è disposto a dire qualsiasi sciocchezza che intuisca come risposta gradita al membro della Commissione che gli ha formulato la domanda. San Benedetto, aiutaci! Esame di Lingua e letteratura italiane moderne e contemporanee, facoltà di Scienze della formazione, corso di laurea triennale in Educatore professionale. Riuscirà a sopravvivere, questa nostra minuscola Università, la Lumsa/Capodarco/Gubbio, che nei suoi primi dieci anni di vita è sopravvissuta col respiratore artificiale, ma ha fatto anche cose egregie? San Benedetto, aiutaci! ‘Signorina, lei è una studente/lavoratrice, e non ha obbligo di frequenza, ma ci dica”; tossicchio; ho dormito con le finestre spalancate; ” Ci dica, dalla lettura di quel paio di cento pagine di appunti in A4, quale costrutto ne ha tratto? Che cosa pensa che le rimarrà?’. ‘Mi sono innamorata di Dante’. Ah, ah (terza minore)!! Ci risiamo!! La solita ragazzetta, che aveva la vocazione a ciangottare su Valeria Marini o Raz Degan, e invece ha avuto la pessima idea di iscriversi a Scienze della formazione’ Alzo la testa e la guardo. Piccola, minuta. Insignificante. Dovremo faticare, Paola e io, ad assegnarle, alla fine della mini-via-crucis che ci attende nei prossimi venti minuti, un voto che sia una spanna al di sopra del fatidico 18. ‘Mi sono innamorata di Dante’. Lei prende a parlare e io prendo a sgranare gli occhi. Non è di Gubbio, la signorina, è di’ non ve lo dico, di dov’è! Fa la commessa con la ditta’ non ve lo dico, con quale ditta fa la commessa! Il suo cognome’ cercatevelo sull’elenco telefonico! ‘Salvezza e poesia, da Dante a Montale’; il mio corso era un invito ad attraversare un ruscello zompando da una pietra all’altra: Dante, Foscolo, Leopardi, Manzoni, Pascoli, Montale. Parla, la commessa innamorata. Un linguaggio essenziale, ma appropriato. Racconta quel suo amore novello e segreto, maturato nelle pause di quel suo lavoro infame, che l’impegna a vendere manufatti inutilmente lussuosi, a nome di un padrone pallido e avido. Parla, e io mi sciolgo, dentro, come un ghiacciolo al sole. S’è veramente innamorata di Dante, la nostra commessa. Senza smancerie, senza punti esclamativi. Le linee portanti della poesia morale del ‘Ghibellin fuggiasco’ emergono con limpidezza. I personaggi che lei cita a riprova appaiono tutti al momento giusto. ‘Bene, signorina: 30 e lode. E grazie per lo squisito sandaniele del quale ha voluto farci omaggio!’. Conoscete un modo meno becero per difendersi dalla commozione? San Benedetto, aiutaci!

AUTORE: Angelo M. Fanucci