La Conduttrice vestita

ABAT JOUR

Non è una delle tante “sgallettate” che imperversano dal pomeriggio a notte fonda su tutte le tv: con indosso un semivestito da diciottenni, sorridono senza motivo, accavallano le gambe fino a far vedere l’orlo delle mutandine, abusano di esclamativi e di superlativi, eccedono in gridolini d’esultanza artefatta, squittiscono come cinciallegre, parlano di morale come parlerebbero di moda. Lei no. Lei si chiama Ilaria D’Amico. Conduce Exit vestita. Parla senza stra- parlare. Stasera, 21 maggio 2010. La primavera in giorni 60 dicansi 60 ci ha concesso 9 ore, 31 minuti primi e 52 minuti secondi di sole. Stasera la pimpante Conduttrice vestita pone due interrogativi. Al primo interrogativo non so dare risposta, ma mi colpisce. Questo: quanto pesa l’8 per mille sulla Chiesa? Il meccanismo inventato da mons. Nicora è intelligente, giusto e redditizio, ma… Siamo abituati ai laici che lamentano il peso eccessivo che la Chiesa ha sullo Stato; la Conduttrice vestita ci coglie di sorpresa nel momento in cui ipotizza un peso eccessivo che lo Stato ha sulla Chiesa. Quanto ci costa l’8 per mille? Come mai tanti interventi sulla bioetica, e tanto pochi sull’etica? E la corruzione perdonata come i peccati di Benvenuto Cellini: prima ancora che li facesse. E il Capo dei corrotti che viene ammesso all’eucarestia? Domande buttate là dalla Conduttrice vestita. Eccessive? Ingiuste? In me rimangono senza risposta. Ma è giusto riferirle sul giornale dei Vescovi umbri, pensando a loro proprio come a vescovi? Sì, è giusto, perché al “cacciemmitte” dello zucchetto c’è già il cerimoniere che ci pensa. Una risposta l’ha invece avuta la domanda se nella Chiesa sia scemata la disponibilità a restituire ai poveri quei beni che per i poveri le sono stati donati. Sì, quella disponibilità è calata. La Caritas diocesana di Roma ha chiesto a tutte le parrocchie romane (quasi 500?) di mettere un locale a disposizione delle emergenze più drammatiche della crisi in atto: solo 4 o 5 hanno risposto. Dulcis in fundo, il discorso gelido, rigorosamente burocratico del presidente della confraternita romana di Santa Maria dei Macellai, che oggi commercializza a prezzi altissimi l’enorme patrimonio edilizio che possiede al centro di Roma, “La carità (cioè l’elemosina, ndr) la faremo a tempo e luogo”. Prosit. E intanto schiacciano i poveri con la sensibilità affinata esercitando quel mestiere.

AUTORE: A cura di Angelo M. Fanucci