L’ultima trovata: se ti arruoli hai la cittadinanza. Se lavori no

Si apprende che un’apposita commissione del ministero della Difesa sta studiando la possibilità di arruolare persone straniere residenti in Italia. Fin qui sembrerebbe un dato meritorio anche perché si aprirebbero nuove possibilità di lavoro e integrazione soprattutto se tale apertura fosse regolata e puntualmente verificata con molta attenzione. A quanto pare, ciò che la commissione sta approfondendo è di concedere la cittadinanza italiana come riconoscimento a coloro che si arruoleranno in questa sorta di Legione straniera.

Insomma, sei cittadino se accetti di combattere in armi a favore del Paese che ti ospita. Non lo sei se lavori nel settore dell’edilizia nel cantiere per la costruzione di un supermercato o nella consegna di pasti su prenotazione a tutte le ore del giorno e della notte. Pertanto: No allo ius soli e altrettanto No allo ius culturae ma ci si prepara a un corale Sì allo ius belli.

La notizia – potete giurarci – trapela per verificare quali reazioni suscita nel Paese, ovvero tra gli elettori e soprattutto tra quelli che sostengono l’attuale maggioranza. L’ipotesi allo studio è stata messa in campo perché da qualche tempo il reclutamento di nuovo personale militare è in crisi. I venti di guerra che spirano vicino, scoraggiano molti giovani a considerare quella militare una professione come un’altra. Per gli stranieri è diverso: sarebbero pronti a sacrificarsi pur di ottenere l’agognata cittadinanza.

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