Maria Pia

La settimana scorsa è morta Maria Pia Colonna, una delle persone più intense e ricche che io abbia avuto la grazia di conoscere. S’è spenta a Capodarco di Fermo, nella Comunità dov’era vissuta da sempre, per lo meno da quando la conoscevo io, fine anni ’60. Esangue, ridotta ad un nulla, consumata da un cancro all’intestino: ‘Non operabile’, avevano sentenziato subito i medici. E dove mai un chirurgo avrebbe potuto affondare il bisturi, in quel corpicino minuscolo e come raggrinzito, reso completamente inagibile da una devastante forma di artrite reumatoide? Era alta poco più di un metro. Ma sulla sua faccia, piccola piccola, e fuori squadro, disegnata da un ignoto miniaturista finissimo, sotto una capigliatura da adolescente, sbarazzina, con lo scrimolo netto, trionfava la luce di un’intelligenza folgorante. E di una volontà di bene senza confini. Sul piano dell’assistenza aveva bisogno di tutto, ma la parola era intatta e lei per decenni l’ha usata per sostenere tutti, soprattutto i tanti giovani che sono passati a Capodarco. Un fiume di bene. Viveva dentro un carrello quadrangolare, costruito appositamente per lei, con due ascellari che le permettevano di reggersi in piedi allargando le piccole braccia e poggiandone la parte alta su di essi, e quattro piccole ruote che le consentivano di muoversi spingendo sul pavimento con la sue gambette rigide e inseparabili; era sempre in moto, da una parte all’altra dello stabile comunitario. Sul davanti del tubo traverso del suo carrello era stato saldato un grosso uncino, al quale era sempre appeso un mazzo enorme di chiavi, perché Maria Pia aveva in mano tutta la logistica di una comunità complessa come la sua. Non dimenticava nulla, non falliva un colpo. Quelli come lei per secoli li abbiamo chiamati ‘mostri’, Dio ci perdoni, se può. Dico ‘se può’, perché forse è qui il vero ‘peccato contro lo Spirito santo’, quello non perdonabile: nel non essere in grado di cogliere la luce abbagliante del Crocifisso/Risorto in gente come lei. Maria Pia ha parlato e parlato, a lungo, per ore, fino a tarda notte, a chiunque voleva abbeverarsi alla sua verginale saggezza. Era informata su tutto, ma non ci teneva a farlo sapere. Era orgogliosa ma non infieriva. Fortemente polemica coi potenti di questo mondo, dolcissima con le loro vittime. Come l’Ignacio Meijas di Federico Garcia Llorca, così dura con i tori, così dolce con le spighe. Amava moltissimo il Vangelo, non altrettanto la Chiesa e la prassi cristiana. Credo che nel suo animo avessero sedimentato antichi ricordi di suore troppo pronte a predicare la rassegnazione agli altri. Non ho potuto esserci, ma il giorno del suo funerale ho deposto anche io la mia rosa sul suo feretro: ‘Grazie, Maria Pia: hai vinto, anche per tutti noi’.

AUTORE: Angelo M. Fanucci