Sant’Ubaldo, primo check-up

La scoperta dell’enorme impatto che sulla vita civile ed ecclesiale di Gubbio ha avuto la scelta preferenziale di sant’Ubaldo per i poveri mi ha costretto a tentare un check-up della nostra situazione ecclesiale in questo particolare settore. Ad uso dei 4 alunni 4 del corso di laurea in Educatore professionale della Lumsa – Capodarco – Gubbio, da 10 anni vado stendendo una Storia del rapporto tra Chiesa e poveri. Finirà, se finirà, quando finirà. Il rapporto della Chiesa con i poveri: il lato più emblematico della storia. Il primo motu proprio del primo Papa decretò l’allestimento di una mensa per i poveri. Pietro ci si impegnò di persona. Poi però l’impegno al quale solo loro, lui e la sua combriccola, potevano assolvere gli impedì di continuare. Secondo motu proprio: indietro non si torna, i poveri sono nostri per diritto divino, alle mense ci penseranno i diaconi; non immaginava certo, l’ex pescatore dalle dita bitorzolute, che col tempo i diaconi sarebbero stati ‘liturgizzati’, tirati fuori dalla vita greve delle pile di piatti da rigovernare e di panni sporchi da lavare e assegnati al celestiale profumo dei ceri che ardono (pare) a gloria di Dio. Che rapporto, amici miei!, che razza di rapporto, fra Chiesa e poveri! Ininterrotto. Con qualche caduta e moltissimi picchi. Come quando Vincent de Paul disse alla sue ‘Dame di carità’ rosee e paffutelle all’ombra del cappellone ad ala di gabbiano: ‘Quando offrite un piatto di minestra ad un povero, ricordatevi sempre di chiedergliene scusa!’. Come quando il mio sant’Ubaldo eresse a legge ecclesiastica la prassi dei Canonici regolari ai quali egli apparteneva, anche da vescovo: Nullum oratorium sine hospitio. 74 diversi hospitia, solo qui a Gubbio: grandioso e inevitabile. Poi però, a partire dai primi anni del sec. XVI, lo Stato ha preso l’iniziativa, prima nella sanità, poi nell’assistenza. Ci ha tagliato l’erba da sotto i piedi. L’erba che doveva essere tagliata. Giusto. ‘ ‘brE così il check-up n. 1 al quale mi ha indotto sant’Ubaldo prende forma: vecchio, sgangherato sogno di un’Umbria coperta di iniziative ecclesiali di accoglienza a quelli che nessuno vuole; amati e pro-fumati; a un passo dalla chiesa parrocchiale, all’ombra del campanile, essenziali all’una e all’altro.

AUTORE: Angelo M. Fanucci