Senza vertigini

Ho ascoltato anche io con un fremito di commozione la preghiera di Benedetto XVI a Ground Zero, l’angolo di Manhattan sul quale sorgevano le Two Towers, prima che l’odio bestiale ne trasformasse l’impianto nel più terrificante monumento alla capacità umana di coniugare crudeltà e stupidità. Per un attimo ho ricordato le vertigini che mi colsero quando, nel 1999, insieme con alcuni dei miei, salimmo al 30’piano di una dei due maestosi edifici, ciancicando un trancio di pizza al pomodoro improvvidamente acquistata a pianterreno: sapeva di chewing gum e il pomodoro doveva averlo intravisto in tv. Il 30’piano della Torre sulla quale salimmo era interamente occupato da una grande, unica palestra, con una moltitudine di gente che pedalava, correva, nuotava, sollevava pesi, boxava, tendeva molloni d’acciaio’ tutto come se intorno non ci fosse nessuno, emblema’della ‘solitudine condivisa’ tipica dell’uomo moderno. Niente pareti di separazione. E le pareti perimetrali interamente in vetro. Su una di quelle pareti mi affacciai, e tutto cominciò a girare in tondo; fortuna che mi apparvero due angioloni (di Benozzo Gozzoli, mi pare), mi afferrarono per le ascelle, mi tirarono indietro, sparirono. Ed eravamo solo al 30’su 104!’ ‘ ‘ Vertigini. Bush soffre di vertigini da delirio d’onnipotenza quando difende a spada tratta la ‘sua’ guerra all’Iraq, o quando interpreta quell’11 settembre 2001 in chiave di pura malvagità demoniaca. Ma Benedetto XVI nel suo discorso all’Onu non s’è fatto prendere dalle vertigini quando ha affermato che dietro quell’abnorme follia c’è anche (non solo) l’enorme divario che separa il mondo dell’opulenza dal mondo della fame. Certo, questo non basta a giustificare l’enormità dell’evento, ma quello scandalo c’è, quello scandalo è lì, potenziale terreno di altre enormità. Fu Paolo VI che, davanti all’Assemblea dell’Onu, nel 1975 gridò: ‘Mai più la guerra’, ma lo gridò solo dopo essersi presentato come ‘avvocato dei poveri’, solo dopo aver proclamato che la sua Chiesa intendeva operare ‘à coté des emarginaux’. Paolo VI, Benedetto XVI. Quelle due figure bianche, indifese, gracili. A fianco degli emarginati. Forti solo di quella tenacia che spinse gli apostoli a dare vita, nelle primissima comunità ecclesiale di Gerusalemme, ad una forte iniziativa di sostegno ai meno fortunati. Forte, necessaria: al punto che, quando la conclamata impossibilità di trovare tempo per essa e, insieme, per quella testimonianza di gente che aveva mangiato e bevuto con Gesù dopo la sua risurrezione, e che solo loro potevano rendere, gli apostoli istituirono i diaconi.Poi qualcuno ‘liturgizzò’ i diaconi, tirandoli fuori dal flusso della vita e ingabbiandoli nel Sacro Recinto. Trasformandoli da titolari della carità della Chiesa in chierichetti del vescovo. Da secoli gli tolgono lo zucchetto al tempo giusto e glielo rimettono al tempo opportuno. Con ammirevole puntualità. E senza vertigini, ovviamente.

AUTORE: A cura di Angelo M. Fanucci