Si è solo limitato

Abatjour

Sono le 17.20 del 28 ottobre 2008. Esattamente 50 anni fa, alle ore 17.20 del 28 ottobre 1958, veniva eletto Papa Giovanni. Nella mia classe di ventenni (Ateneo lateranense, II Teologia), io avevo tifato per il card. Paul Emile Léger, o forse soltanto per il suo piglio giovanile sotto i capelli corvini. Molti altri avevano tifato per il card. Agagianian, o forse solo la sua barba pastoralmente impeccabile. L’anno accademico non era ancora cominciato. Sagrato di San Pietro, naso all’insù, verso la canna fumaria della Cappella Sistina. Tre mattine e tre pomeriggi di fila, in coda ai due scrutini quotidiani: e al terzo giorno’ mio Dio, che delusione!! 28 ottobre 1958. Scendeva la sera. Fumata nera. Stavamo sciamando verso l’uscita della splendida ellissi che Gian Lorenzo Bernini imprigionò nel quadruplice abbraccio delle sue possenti colonne. Improvvise’ le luci dell’Aula delle benedizioni! Qualcuno spalancò il finestrone, sciorinò verso il basso l’arazzo pesante, che per un attimo solo danzò nell’aria. Via! Viiiaa! Dietro front! Viiiaaa!!! Che delusione! Il Cardinale Protodiacono prima ci spazientì con la sfilza degli aggettivi di rito (illustrissimum ac reverendissimum… e muoviti!!), infine’ Roncalli Papa, che delusione! Roncalli aveva studiato anche lui nel nostro Seminario romano maggiore, ma nessuno di noi, nemmeno Antonio Bonacina, suo compaesano di Sotto il Monte, l’aveva preconizzato papa. Nessuno. Era pesante, aveva orecchie da elefante, il naso spampanato. Era duro di comprendonio. Si diceva che, ad onta degli anni trascorsi in Francia come nunzio apostolico, non avesse imparato il francese; si diceva che una volta raccontò che i suoi genitori, in ardente attesa di un figlio che non nasceva, ‘avevano fatto un voto’, ed era nato lui. Ma nel suo francese da contadino bergamasco non disse ‘voto’; disse ‘vitello’. ‘Fecero un vitello, e sono nato io’. Sorrisetti, ammiccamenti. Tossicchiando. Un giorno ci aveva dettato la meditazione mattutina; ci voleva parlare della ‘scissione dell’atomo’, ma disse cinque o sei volte ‘la scissione dell’attimo’. Sorrisetti. Ammiccamenti. Tossicchiando. Giovane saccenza. Lui, Papa!! Ma andiamo! Anche i 51 Almi Gerontocrati prigionieri del Conclave avevano scelto ‘un Papa di transizione’. Andrea Riccardi: ‘Fu un provvidenziale caso di strabismo collettivo’. Di quello strabismo noi presuntuosetti alunni del Sacro Efebeo eravamo la prima fila. I tamburini, scrimolo a sinistra. Non immaginavamo che avrebbe stravolto il nostro modo di essere cristiani e di essere preti. Come? Senza fare nulla di straordinario, di miracoloso, di provocatorio. Nulla di geniale. Papa Giovanni si è… limitato a coniugare impeccabilmente l’assoluta fedeltà alla Parola di Dio con un tenerissimo amore viscerale per i suoi fratelli uomini. Tutto qui? Tutto qui. E vi paresse poco!!

AUTORE: Angelo M. Fanucci