Un’idea, un’ipotesi? O un sogno?

ABAT JOUR

Pare che sia andata proprio così: due angeli selezionati tra le Dominazioni, travestiti da Protonotari Apostolici di Prima Fascia (38 cm), hanno incrociato mons. Paglia, neo presidente dei Vescovi umbri, mentre recitava il breviario nel cortiletto dietro la Curia vescovile di Terni, e gli hanno garbatamente ingiunto: “Questo Convegno non s’ha da fare”. Garbati, ma decisi. Educati, sottovoce, flautati, ma decisi. “Questo Convegno non s’ha da fare!”. Alludevano al convegno “Il futuro dell’Umbria del bene comune”. Effettivamente il Convegno, tempestivamente progettato su schema fornito da Cartesio (quello delle “idee chiare e distinte”), ha poi avuto una gestazione talmente laboriosa che s’è dovuto tenere ad Assisi il 19 dicembre 2009 proprio perché, tra le tante date inizialmente preventivate, soltanto quella si era rivelata praticabile. E per quel giorno i due falsi Protonotari Apostolici di Prima Fascia (38 cm), offesi perché Paglia aveva glissato sul loro… invito, hanno ottenuto dal cielo neve abbondante, loro che in cielo hanno più d’un aggancio, di quelli solidi. Avrei dovuto esserci anche io, ma a Gubbio la neve fa sul serio (quando fa sul serio). Avrei voluto esserci e lanciare un’idea (un’ipotesi, un progetto, un sogno). Questa: non sarà il caso che davanti alla strage di innocenti che sta facendo l’Alzheimer torniamo anche noi cattolici in campo, con proposte leggere, articolate, efficaci, semplici? Due numeri mi frullavano da mesi nella testa. Uno l’aveva dato, quando era ancora direttore generale della Asl Umbria n. 1 (Città di Castello e Gubbio), il Dr. Vincenzo Panella: “Nella nostra Asl ci sono circa 2.000 (duemila) malati di Alzheimer”. L’altro me lo aveva fornito la dirigente del Distretto che organizza il Centro Alzheimer di piazza Bosone a Gubbio, al pianterreno di quella casa di riposo nella quale quotidianamente dico messa. 22 ricoverati a tempo diurno. Dalle 9 del mattino alle 4 del pomeriggio. Curati con competenza, seguiti e accuditi con amore. Una cosa veramente degna. Ma… quanto pesa sul bilancio dell’Asl Umbria 1 questa bella realtà? Risposta: “144.000 euro l’anno”. Quando facevo la IV ginnasiale, don Vito mi dette uno (1) in pagella a matematica; eppure di fronte a questi numeri una domanda riesco a formularla anch’io, anche se non m’azzardo a cercane la risposta: se 22 malati costano 140.000 euro l’anno, quanto potrebbero costarne 2.000? E se nelle circa 700 (settecento) ex case canoniche che in Umbria non saranno più abitate da un parroco residenziale, insediassimo un’iniziativa “leggera” a vantaggio di questi nostri fratelli, a titolo evangelico/pastorale, tanto per non spegnere questi lucignoli fumiganti e non finir di spezzare queste canne incrinate? Continuo il prossimo numero.

AUTORE: Angelo M. Fanucci