Il mondo non può andare avanti senza la verità degli archivi storici

Saggio di Federico Valacchi pubblicato dalle edizioni Graphe.it di Perugia

Faldoni di documenti polverosi accatastati lungo pareti semibuie dentro angusti locali o stanzoni… È l’immagine che si ha degli archivi, memoria storica di un passato antico o più recente. Un immaginario, in realtà, non poi così distante dal vero; ma se andiamo oltre e proviamo a leggere tra le righe dei documenti raccolti, ci accorgeremmo che rappresentano molto di più.
E allora, a cosa servono gli archivi? – si legge nel sottotitolo del saggio di recente pubblicazione La verità di carta di Federico Valacchi, edito dalla perugina Graphe.it di Roberto Russo (pagg. 74, 9 euro). Un volume che esce in occasione dei 18 anni della casa editrice, produttrice di buoni volumi che puntano alla qualità e non alla quantità.

La presentazione è avvenuta alla biblioteca San Matteo degli Armeni a Perugia, presenti Mario Squadroni presidente Anai Umbria (Associazione nazionale archivistica), Andrea Maori consigliere Anai Umbria, e Cristina Roccaforte archivista del Sacro Convento di Assisi.
Pagina dopo pagina, il mondo degli archivi viene raccontato sotto più punti di vista, non solo per la ricerca di informazioni sul passato. Servono anche al mondo quotidiano, che li produce per le proprie esigenze, e hanno diverse finalità. Sia analogici che digitali, gli archivi sono al tempo stesso strumenti politici, sociali, culturali.

Sono “castelli di carta” che “l’umanità costruisce da sempre – scrive nel preludio l’autore – per sentirsi viva e per non dimenticarsi di se stessa. Stanno lì, in tutta la loro indisponente materialità, perché per portare avanti la nostra vita quotidiana non se ne può fare a meno. Sono allo stesso tempo sostanza e testimonianza di ciò che chiamiamo cosa pubblica, fatti che contengono fatti. Res publicae molto prima che res gestae. Non lo dicono per pudore, ma gli archivi di razza non amano sentirsi apostrofare al passato perché sono certi di servire soprattutto al presente”.

Perché gli archivi esistono? – si domanda l’autore, che prosegue con molti altri interrogativi. Le risposte sono tante. “Potremmo chiudere subito la questione sentenziando che gli archivi esistono perché sono utili” è una delle tante risposte di Valacchi, ma “le semplificazioni non aiutano”, e così ci invita a “cercare risposte più articolate” che si possono scoprire tra i capitoli della pubblicazione.

E nel capitolo Finale scrive: “Senza archivi la società sbanda. Non ricorda, non giudica, non valuta. È sospesa sul baratro di una amnesia collettiva e finale. Senza il passato il futuro è un’iperbole vana. Se il passato perde il suo diritto al futuro anche il presente svanisce senza scampo”.

Federico Valacchi è professore ordinario di Archivistica all’Università di Macerata; studia il rapporto tra tecnologie dell’informazione e archivi anche in riferimento al Web e alle problematiche di conservazione di lungo periodo del documento informatico. Più recentemente si è interessato anche al ruolo politico e sociale degli archivi e della disciplina archivistica, pubblicando monografie e articoli sul tema.

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