Presentata la pubblicazione “Storia del cristianesimo in Umbria”

“L’Umbria è traversata da una storia di entusiasmo, e il cristianesimo è anche storia di entusiasmo. Io credo che questo libro se lo leggiamo, lo sfogliamo, ci meditiamo, ci fa capire questo carattere particolare, spirituale del cristianesimo umbro, che è come un’isola vicina e lontana da Roma. Questa grande storia cristiana di venti secoli è un’eredità per la Chiesa e per i cristiani, ma anche per tutti gli umbri. Senza il cristianesimo non si comprende una parte dell’Umbria”. Lo ha affermato il prof. Andrea Riccardi, esperto di Storia contemporanea e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, a margine della presentazione dell’opera in due tomi della Storia del cristianesimo in Umbria (editrice Lev), tenutasi a Perugia il 23 aprile in sala dei Notari.

Andrea Riccardi: “Non si capisce l’Umbria senza il cristianesimo”

Riccardi, parafrasando il filosofo Benedetto Croce, “perché non possiamo non dirci cristiani”, ha poi commentato: “Perché davanti a una storia così grande, così importante, non possiamo sottovalutare il fatto che non si capisce l’Umbria senza il cristianesimo; e quanto questo cristianesimo, per credenti e non credenti, abbia influito profondamente e abbia segnato tutta la Regione, ma anche, come ha detto il card. Giuseppe Betori, l’Umbria fuori dall’Umbria.

L’attrattiva dell’Umbria ha radici stratificate e profonde

L’Umbria non è cristianesimo provinciale, è la meta di pellegrinaggi, è attrattiva, da Carlo Carretto ad Aldo Capitini, all’Eremo di Maria di Campello a tanti uomini e donne di fede, di santità, che sono venuti in questa Regione e si sono installati fino ai nostri giorni, come il giovane Carlo Acutis. C’è un’attrazione spirituale dell’Umbria che ha radici stratificate e molto profonde, le quali hanno avuto la massima espressione e forza di testimonianza, influenzando non poco l’intera storia della Chiesa, e non solo, come in Benedetto da Norcia e Francesco d’Assisi”.

La forza particolare del significato post conciliare dell’Umbria

Soffermandosi sulla storia del cattolicesimo dopo il Concilio Vaticano II, ha quindi precisato: “Ha una sua forza tutta particolare, e mi sembra molto importante, il significato post-conciliare dell’Umbria. La vicenda postconciliare è stata una vicenda di entusiasmo, se penso a figure di preti intellettuali, modernisti in gioventù, che disserro e scrissero: con il Concilio i nostri sogni sono realizzati”.

I relatori intervenuti alla presentazione

Oltre a lui sono intervenuti alla presentazione il già citato card. Giuseppe Betori, la presidente della Regione Donatella Tesei, il presidente della Ceu mons. Renato Boccardo, e padre Marek Inglot, presidente del Pontificio comitato di Scienze storiche, l’organismo vaticano che ha accolto la pubblicazione dell’opera.

Card, Betori: “L’Umbria sorgente di spiritualità che ha influenzato la storia dell’umanità”

Il card. Betori ha rilevato quanto l’Umbria, pur piccola, “è sorgente di spiritualità che ha saputo influenzare la storia dell’umanità intera ad iniziare dal principio di interiorità”.

Mons. Boccardo: “ritrovare la continuità di un messaggio che mantiene fresca la sua attualità”

Per mons. Boccardo , “non si tratta di procedere alla semplice riscoperta di tempi passati, né tanto meno di rivisitare una cultura datata, ma di ritrovare la continuità di un messaggio che mantiene fresca la sua attualità”.

Presidente Tesei: i cotributi degli studiosi “ci fanno riscoprire il messaggio cristiano”

Anche la presidente Tesei, soffermandosi sui numerosi contributi di studiosi e ricercatori raccolti nei due tomi, ha evidenziato quanto essi, “pagina dopo pagina, ci fanno scoprire e riscoprire il messaggio cristiano e il lungo filo di continuità che quel messaggio ha mantenuto nella cultura umbra, attraversando con forza i secoli della storia della nostra Regione”.

Oltre trenta gli autori, per un libro che ora rientra nella prestigiosa collana “Atti e documenti” del Pontificio comitato di scienze storiche della Santa Sede.

L’intervento di padre Marek Inglot

Nell’intervenire alla presentazione, il presidente del Comitato, il gesuita padre Inglot, ha richiamato l’importanza scientifica di quest’opera nel suo insieme, tassello significativo dell’intera storia del cristianesimo, contribuendo così a colmare lacune dovute alla narrazione, in passato, spesso frammentaria e incompleta della Storia.

Dalle pagine de La Voce del 26 aprile, uno dei tre curatori, il prof. Andrea Possieri, aveva sottolineato: “Non raccontiamo solo la dimensione ecclesiale ma anche sociale, politica e culturale”. Un’opera, questa, come ricorda lo stesso docente di Storia contemporanea, che era stata “intuizione felicissima dell’arcivescovo Giuseppe Chiaretti (1933-2021), e non dimenticata, anzi sviluppata dai suoi successori, in particolare dall’attuale presidente della Ceu l’arcivescovo Boccardo, che ha creduto fin da subito nell’opera e l’ha portata a termine con successo”.

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